mercoledì 16 settembre 2015

Preghiera degli Amanti



O notte,
silenziosa e quieta nello scrigno di luce:
il buio è l’altra parte di Te, 
o Signore,  
e si fa attesa,
e nella sospensione
il mio pensiero s’annulla 
e vibra d’essenza.
 

Tra le stelle d’oro, 
dell’Amata la voce è spazio che le unisce
è armonia di canto, 
o Signore,
i suoi occhi liquidi e profondi come un mistero 
sono  il Tuo riflesso
e mi  immergo in essi come in acqua fresca,
esausto dopo lungo peregrinare:
in un breve istante di profonda saggezza
il mio cuore è finalmente bambino.
 

O Signore, 
mi hai creato uomo,
pieno di insidie segnasti il mio cammino,
sigillai il mio cuore per non vedere la tua scintilla,
amai solo come una gracile creatura,
agitando solo i riflessi delle mie imperfezioni,
sigillai il mio cuore con una chiave di stoltizia,
o Signore,
vissi in mestizia
nell’abbaglio che svia dal retto cammino,
con un movimento di oscure emozioni
che credevo fibre d’argento.
 

O Signore, 
Ti ringrazio di avermi legato
ad  assassine e statue di sabbia,
che solo un sospiro avrebbe spezzato,
ai miei polsi erano solo catene  di carta.
Non me ne avvidi.
Perdonami, 
o Signore.
 

Nel mio cuore scese il buio più nero,
notte senza luna,
cieco tra i ciechi che erravano
in orizzonti finiti.
O Signore, 
tu alterni giorno e notte,
dolore e gioia.
Stavi consegnandomi la spada
Per squarciare il velo d'ombra.
 

Venne Lei, 
o Signore, 
la mia Amata
Con le Sue labbra di pesca,
i Suoi capelli di rame,
il Suo corpo di Rosa,
La riconobbi dalla sua lucenza in petto sepolta,
la riconobbi
tra tutte coloro che sono state
E tra tutte coloro che verranno,
così come un marinaio di lungo corso
avverte la presenza d’ una terra d’ approdo
soltanto attraverso un alito di brezza.  
 

 O Signore,
ogni mia fibra tende a Lei
i  muscoli vibrano come casse armoniche,
le mie parole escono incerte,
non so esprimere, 
o Signore,
né ormai voglio
ma mentre la stringo a me,
le mie mani si espandono
affinché io possa carezzarla
ovunque Essa sia,
il tempo si annulla
ché Lei possa brillare per sempre,
ogni istante  della sua vita
passata, presente e futura
è un petalo di fiore che mai appassirà,
perché la Sua bellezza è tutto ciò che è.
 

O Signore, 
regalami il Silenzio assoluto
perché Lei è in quello, 
ed in quello io La Amo. 
Quando a Lei mi unisco, 
o Signore,
negli amplessi più intensi
non vi è nulla se non Te,
né mura, né ferro,
né prima né dopo,
non vi è il sotto, non vi è il sopra,
non vi è terra non vi è cielo,
non vi è uomo non vi  è donna,
non vi è sporcizia né nitore.   
 

Il suo sesso dischiuso è  danza che si fa carne,
è movimento che l’inesprimibile
esprime
quando in lei muoio e rinasco rigenerato
mille e mille volte ancora.
 

O Signore,
aiutami a scavare questa mia pelle ruvida,
emenda i miei turbamenti e fanne forza,
cancella in me ogni sentiero, 
o Signore,
cancella ogni singola orma alle mie spalle
che impedisca di amarLa come Tu vorresti,
e come Lei vorrebbe che io Ti ami,
cancella ogni mio disarmonico  lemma
e fanne un il perenne respiro dei Mondi.
 

Il tempo scivola tra le mie dita
come un filo di lana,
o Signore, 
sei l’arancio tramonto invernale
che la fa splendere, Donna tra le donne,
sei la malinconia che le strugge il suo viso d’incanto
mentre raccolta in se stessa
disegna splendore che pulsa,
i suoi tratti  acquistano vita
è Lei la fiamma  che incendia e purifica.
 

o, Signore, 
Tu che ci creasti creature mortali,
lasciaci nella meravigliosa incoscienza,
che sui nostri campi cresca grano
e  pane fragrante,
che il sole s’immerga nei pomi dorati,
che le nostre nude mani
costruiscano ponti e navi di legno,
che le nostre bocche possano bere un dall’altro,
lascia ai nostri figli l’ incertezza del cammino
ma nel contempo l’amore  per capire,
perdona le nostri madri ed i nostri padri
ed il loro dolore
che riposa in  fondo ai nostri sguardi.
 

Lasciami,
o Signore, 
come ultimo istante
il sorriso della mia Amata,
che amplia il mio cuore
e  mi accompagna a Te
mano nella mano.  
Luce nella Luce.
 



Pino d’Andrea, 15 settembre 2015

mercoledì 2 settembre 2015

Immortalità

Il dott. Alexis Carrel (biologo premio Nobel 1912, Sainte-Foy-lès-Lyon, 28 giugno 1873 – Parigi, 5 novembre 1944) diceva:“La cellula è immortale. È semplicemente il fluido nella quale galleggia che si degrada. Sostituendo questo fluido ad intervalli regolari, daremo alla cellula ciò che le necessita per nutrirsi e, per quanto ne sappiamo, il pulsare della vita potrà continuare indefinitamente”. Mantenne in vita un cuore di pollo immerso in soluzione fisiologica per 32 anni, cambiando solo la soluzione ogni giorno. Poi qualcuno dimenticò di farlo …


Ci sono esseri acquatici che sono per intero un cuore che batte ritmicamente come un motore,
 e rappresentano il risveglio della Coscienza che diverrà “Cuore”.

martedì 1 settembre 2015

Femminilizzazione

Alcuni biologi hanno rilevato che nel mondo della natura i caratteri sessuali maschili si vanno progressivamente riducendo e tendono all'estinzione. Ciò avviene da alcune generazioni a questa parte. Alcune specie animali hanno giù iniziato ad acquisire caratteri ermafroditi.
Il processo riguarda anche la specie umana. Non si conosce la ragione di questo mutamento in atto, che viene chiamato "femminilizzazione", ma si pensa che sia conseguenza dell'inquinamento, anche se non si comprende come mai l'inquinamento aggredisca le caratteristiche di genere del maschio e non quelle della femmina.
E' noto che, a livello cromosomico, il maschio sia una differenziazione della femmina; quindi si deve vedere piuttosto il fenomeno come un retrocedere verso la condizione precedente la differenziazione, qualunque ne sia la causa.
In principio era il Nun, ovvero l'indifferenziato, il Mare cosmico; la Creazione è un processo di differenziazione, e il seme maschile è ciò che la determina, poiché è il germe morfogenetico capace di attrarre gli elementi affini ed organizzarli, separandoli e specificandoli. La Creazione è un divenire eterno, non un Big Bang avvenuto una tantum.
Il seme, caduto nella terra, che è l'insieme complesso dei nutrienti, si sviluppa grazie a questi nutrienti, selezionando quelli che gli sono utili alla crescita - che incorpora e porta con sé nella propria crescita e sviluppo - e scartando gli altri; è quindi il seme l'elemento maschile, il differenziatore e l'individualizzatore.
La psicosi generalizzata che invade la nostra società è assenza di individuazione, incapacità dell'individuo di potersi riconoscere come "io" e conseguente terrore di diluirsi in un Nun divorante e distruttivo.
Il seme (maschile) sviluppa se stesso, ovvero manifesta le proprie intrinseche potenzialità, grazie all'apporto delle peculiarità femminili; il processo di crescita è un processo di integrazione ed unificazione. L'unione di maschile e femminile non può generare un ermafrodita, perché questa è una sommatoria di qualità senza che l'una sia di supporto all'altra, e senza che la reciprocità produca il movimento che è la qualità specifica della vita.
Quello a cui assistiamo - secondo le ricerche dei biologi - è invece il recedere verso l'indifferenziato, che significa inversione della direzione della crescita.
Tutto, sempre, evolve: la fine di una Creazione è l'alba della successiva, l'implosione di un Universo è l'esplosione dell'Universo contiguo.


giovedì 13 agosto 2015

Manifestazioni

 
 
Il Mondo delle Manifestazioni è costituito da innumerevoli immagini del Reale prodotte da un gioco di specchi e da alcuni elementi, pochi, di base, che vi si riflettono; come in un caleidoscopio pochi pezzi di vetro colorato, in genere dieci, danno luogo a miriadi di immagini solo per riflesso dei tre specchi.



Segreti

"L'esoterismo non ha nulla in comune con una volontà di segretezza, ovvero con il segreto nel senso convenzionale.

Il Segreto Vero custodisce se stesso, Esso è alla radice della natura essenziale dell'Uomo.
La crittografia … non ha mai altro scopo, in un testo sacro, che di risvegliare l’attenzione del lettore, di mettere l’accento su un aspetto del testo e infine di condurre verso il carattere esoterico [di esso]. Lo stesso vale per i giochi di parole e per le parabole.
La ricerca del senso nascosto dei testi sacri deve essere fatta non nel testo sacro, ma nel sacrario del proprio Segreto, contenuto nelle profondità del Cuore.
L’Esoterismo non può essere né scritto, né detto, né di conseguenza può essere tradito. Bisogna essere preparati per coglierlo, vederlo, comprenderlo. Questa preparazione non è un Sapere, ma un Potere, e non può essere acquisito che con uno sforzo della persona stessa, con una lotta contro i proprio limiti e una vittoria sulla propria animale natura umana.
Un Potere inteso come possibilità, come infinito del verbo, non come sostantivo. Una Potenza, qualcosa che può essere realizzata. L'animalità umana risiede nelle cose che ci fanno dire di un animale "sembra umano": sono quelle che la rivelano.
Esiste una Scienza Sacra, e per millenni innumerevoli curiosi hanno invano tentato di penetrarne i segreti. È come se con una piccozza volessero scavare una buca nel mare. L’utensile deve essere della stessa natura dell’oggetto che si vuole lavorare. Non si trova lo Spirito che con lo Spirito, e l’Esoterismo è l’aspetto spirituale del Mondo, inaccessibile all’intelligenza cerebrale.

[Solo] il vero Iniziato può guidare un allievo dotato per fargli percorrere più rapidamente il cammino della Consapevolezza, e l’allievo, giunto a un certo grado di Illuminazione in virtù della propria luce interiore, leggerà direttamente l’esoterismo di tale insegnamento. Nessuno potrà farlo per lui."

L'insegnamento vero consiste nel mettere il discepolo nelle condizioni di vedere con gli occhi del cuore, lontano da ogni sapere razionale o intellettuale: chi cerca con i metodi della mente non troverà, perché cerca con lo strumento sbagliato. Nessuno può rivelare il Vero se non il Cuore al Cuore.

[Liberamente estrapolato da R. A. Schwaller de Lubicz e commentato in rosso]

sabato 1 agosto 2015

Attraversare la strada

Bisogna comprendere che Chi ci obbliga ad attraversare la strada, non è sempre il boy scout che ci aiuta a farlo.
A volte le due funzioni possono coincidere, ma dobbiamo domandarci quale delle due ci risulta più gradita: capiremo la natura umana e il perché non attraversiamo mai la strada, a meno di non esservi costretti.

giovedì 30 luglio 2015

Quando ci si ammala


Quando una persona si ammala gravemente, e sente che la propria vita è in pericolo, a volte la si vede acquistare una sorta di distacco che le persone care interpretano come un “non aver più voglia di vivere”.

In questi frangenti in verità può affiorare nel malato una specie di supercoscienza, e lo si vede iniziare a curarsi con pazienza, spirito di sacrificio (talvolta le cure hanno effetti collaterali devastanti) ed attenzione, mentre – intanto - quella specie di distacco sembra aumentare.

Non è una contraddizione: è che l’essere umano è convinto che la vita sia sua e che ne possa fare quel che vuole; spesso anzi pensa di poterla consumare a suo piacimento, perché è gratis e non sa poi bene che farsene.

Ma nel momento in cui la vita è davvero in pericolo, si accorge che non è proprio così: è come se un caro amico gli avesse dato in prestito un un’automobile di lusso, il corpo, e lui l’avesse rotta; ora la sua preoccupazione è di poter rendere all’amico la macchina in perfetto stato, e si dedica alla ricerca del miglior meccanico che possa ripararla; ma al contempo si è reso conto pure che la macchina non è sua e che il rimetterla a posto è un dovere verso l’amico, ed è questo che lo motiva. Tanto che, anzi, non appena la macchina sarà riparata, egli non vedrà l’ora di poterla restituire. È per questo che la massima cura del proprio corpo malato e il distacco che altri intendono come disinteresse vanno benissimo d’accordo.

Beninteso: non sarebbe necessario ammalarsi gravemente per ottenere questo risultato di cura appassionata del proprio essere e di contemporaneo distacco affettivo da se stessi e dal mondo che – nella metafora – non è che la rete autostradale sulla quale la macchina di lusso manifesta la sua potenza.

Al contrario, ogni sforzo maieutico dovrebbe essere teso al produrre questo effettivo stato di coscienza elevato, prima che qualcosa di grave costringa a farlo.

Ora una nota: tutta una cultura millenaria ci ha raccontato come corpo e anima siano cose distinte e non è vero, nella misura in cui non ci sarebbe alcuna anima senza un corpo sul quale radicarla; una cultura centenaria che si è opposta a questa visione, poi,  ci ha invece insegnato che l’identità, l’Io sono, è il nostro corpo, e che la psiche è fondata su di esso in quanto meccanismo neurofisiologico epifenomenico. E questo è assolutamente vero. Per cui, riparando il corpo guasto, si salverebbe la propria identità, l’interezza fatta di corpo e psiche.

Ma nell’atto della apparizione fenomenica (non epi-fenomenica*) della super-coscienza (non della sub-coscienza o dell’inconscio) che manifesta in modo tanto chiaro come amore appassionato e cura da un lato, e distacco emotivo e sentimentale dall’altro, siano condizioni reciproche di permanenza, è contenuta la rivelazione di un fatto davvero sovrumano: ogni uomo è una unità inscindibile di corpo, anima, psiche, energia e coscienza; ma tutto questo, in Uno, non è ancora l’Essenza dell’Uomo che va oltre, ben oltre.

Questo oltre è un luogo che chi percorresse la Via potrebbe considerare come il luogo di arrivo del proprio viaggio; e questo oltre è il luogo dell’Assenza, in cui lo sguardo che la contempla non genera che un’attonita coscienza (sovra-coscienza) che Assenza e Presenza sono Uno, come lo sono Distacco ed Amore.

Chi è credente e cerca Dio, non lo troverà mai; chi non è credente e cerca se stesso troverà l’Assenza di Dio, che è la Sua assoluta e totale Presenza e saprà perché il grandi santi sono atei.

 

·         La sovra-coscienza fa discendere la Conoscenza che non c’era; la subcoscienza fa affiorare o emergere la conoscenza che era nascosta in profondità.