sabato 12 dicembre 2015

Auguri

"Una delle malattie dell'anima è formulare auguri sconsideratamente. E augurare è opporsi a Dio Altissimo nel decreto che Egli ha scelto per i Suoi.

Il rimedio è che si sappia di ignorare le conseguenze del proprio augurio: forse che l'augurio potrà portare chi lo fa e chi lo riceve a un bene o un male, a ciò che lo soddisferà o a ciò che lo manderà in collera? Se si conosce con certezza il carattere illusorio del proprio augurio, lo si biasimerà e lo si respingerà; si tornerà al contentamento e con ciò alla Pace.
Quindi è detto: se uno di voi augura qualcosa, rifletta a ciò che augura, poiché non sa che cosa è stato scritto per lui." [Al Sulami al Nisaburi, 950 d.C. c.ca]

Un buon augurio non difettoso per l'anima, neutro circa le conseguenze, è che il destinatario raccolga copiosamente il frutto di quanto ha seminato.

venerdì 11 dicembre 2015

Lavare le patate

Come ha suggerito Sheldrake e dimostrato sperimentalmente il biologo Lyall Watson, un piccolo gruppo di esseri viventi che impara una nuova abilità, trasmette questa abilità all'intera sua specie, senza bisogno che vi siano contatti fisici diretti. E questa acquisizione è stabile e trasmissibile ai discendenti. E' un fenomeno detto di risonanza morfica.
Meno noto è il fatto che per raggiungere questo effetto occorre un certo numero minimo di individui costituenti un piccolo gruppo: occorre cioè un quorum ("Quelli di cui è necessaria la Presenza") o una massa critica. Il fenomeno scatta oltre questa soglia.
Gruppi di uomini che faticosamente acquisiscono nuovi elementi e che faticosamente cercano di raggiungere il quorum, ne esistono. Ognuno di questi gruppi lavora allo scopo di assorbire alcune competenze specifiche, diverse tra di loro, e quindi gli elementi di questi diversi gruppi non possono essere sommati. A seconda delle competenze, il quorum richiesto può essere più o meno alto; e quanto più la competenza è specialistica, tanti meno sono i componenti del gruppo.

Scimmia che impara a lavare le patate

lunedì 7 dicembre 2015

Janua Misericordiae

...La tua destra, o Signora, è magnificata per la fortezza;
perché nella grandezza della tua misericordia hai stravinto i miei avversari.
Mi hai liberato, o Signora, dalla bocca del leone, e ti sei presa cura di me 
come una madre verso il bambino da lei generato…
O mia carissima Signora, coprimi con il tuo mirabile possesso:
Sono tutto tuo, ed ogni cosa mia ti appartiene, o Vergine benedetta tra tutte.
Ti porrò come un sigillo sul mio cuore, perché forte come la morte è il tuo amore.

(Inno all'Immacolata di S. Bonaventura (1221-1274), frate francescano, insigne filosofo e teologo, amico del domenicano S. Tommaso d'Aquino).

Daghe della Misericordia 
La misericordia (anche conosciuta col nome di trafiere) è un pugnale del tipo dello stiletto e del quadrello utilizzato, per dare un colpo mortale ad un avversario già ferito.
Il nome deriverebbe dall'utilizzo: poiché dopo la fine battaglia sul terreno rimanevano molti feriti in modo più o meno grave. Prelati o addirittura vescovi decidevano sul campo quali non erano in grado di sopravvivere e questi ultimi venivano finiti con quest'arma.
Essa aveva la lama triangolare o a sezione di losanga. Era considerata uno dei prodotti tipici degli armaioli di Albacete. La struttura, robusta ma sottile permetteva di colpire attraverso gli spazi lasciati scoperti dalle armature. (Wikipedia)


giovedì 3 dicembre 2015

Abiti

C'era un uomo così stupido che, quando si alzava al mattino, non riusciva a ritrovare gli abiti che si era tolto la sera. Temeva di non poterli più trovare e di dover restare nudo.
La cosa gli metteva una tale ansia che aveva preso a dormire vestito; ma era un'abitudine così scomoda che alla fine rinunciò ad andare a dormire. Finché ci riuscì ... perché il sonno divenne così forte che non poteva resistergli.
Finalmente si decise: prese carta e penna e, mentre si spogliava, annotò il posto in cui poneva ogni indumento.
Al mattino, con l'aiuto del foglietto, poté, tutto contento, ritrovare là il berretto, qua i pantaloni, lì la camicia e così via: era molto soddisfatto, quando un pensiero lo assalì: "Sì ma io dove sono? Dove sono rimasto?" Invano, in preda all'ansia si cercò e ricercò, ma non riuscì a trovarsi.

Dentro l'abito

martedì 24 novembre 2015

Scoppiare un po'

"Ciò che colpisce è l'idea dei masochisti che la loro pelle ... bruci. Il desiderio di ... venir percossi finché scoppia la pelle, non è altro che il desiderio di liberarsi della tensione scoppiando.
... Il masochismo è il prototipo di una pulsione secondaria ed è chiaramente il risultato della repressione della naturale funzione del piacere ... il masochista si ferma all'eccitazione pregenitale ... [senza potersi abbandonare nell'orgasmo genitale].  
Egli si trova in un tragico circolo vizioso, più cerca di uscire dalla tensione, più vi sprofonda, [e] essere costretti a esplodere significa ricorrere a un un aiuto estraneo per raggiungere la distensione, [essendo la tensione divenuta insopportabile].
... Il masochismo è un mezzo eccellente per evitare l'angoscia pulsionale, poiché è sempre l'altro che fa il male o ne è la causa.
... Il desiderio (o la paura) di esplodere o di scoppiare, che riscontrai in tutti i miei malati, mi pose davanti a un enigma ... [perché] non si riusciva a trovarne una fonte esterna [il potenziale aggressore è una fantasia!]: ... il masochismo è espressione di una tensione sessuale insoddisfatta e la sua fonte immediata è la paura del piacere.
... La sofferenza e la sopportazione della sofferenza sono il risultato della perdita della capacità organica di provare piacere: in tal modo, senza volerlo, avevo colto l'essenza dinamica di tutte le religioni imperniate sulla sofferenza ... le orge masochistiche del medioevo, l'Inquisizione, le flagellazioni, le torture, gli atti di penitenza ecc. dei religiosi tradivano la loro funzione: erano vani tentativi masochistici di soddisfacimento sessuale! 

Vescica di maiale
Avevo scoperto la paura di scoppiare e il desiderio di essere fatto esplodere in un singolo caso, poi l'avevo riscontrato in tutti i masochisti e infine ... in tutti i malati psichici nella misura in cui avevano tendenze alla sofferenza.
... La rappresentazione di scoppiare ... appare come una sensazione ... dello stato del proprio corpo. Essa è accompagnata regolarmente in modo pronunciato dalla rappresentazione di una vescica gonfia. I masochisti si lamentano di ... essere pieni fino a scoppiare. Alcuni affermano che temono di dissolversi, di perdere il loro contegno o i loro contorni ... Altri desiderano ardentemente scoppiare: molti suicidi hanno origine proprio da questo.
Come si comporterebbe una vescica di maiale gonfiata d'aria dall'interno che non potesse scoppiare? ... trovandosi impotente, cercherebbe all'esterno le ragioni della sua sofferenza ... implorerebbe [poi] di essere forata, provocherebbe il mondo circostante fino a raggiungere la sua meta ..." 
(Wilhelm Reich, allievo di Freud, 1947)

Uno specchio

"Questo mondo è lo specchio nel quale ci vediamo riflessi l'un l'altro.
L'umana esistenza è l'eco che rimbalza dal picco della montagna.
Ovunque volgi lo sguardo lo specchio riflette la tua immagine.
Di ogni parola che articoli il picco della montagna
te ne restituisce l'eco.
Chi ama si ama ed è amato. Chi odia si odia ed è odiato.
E' così che gira il mondo dell'umana esistenza."

domenica 22 novembre 2015

Il più grande amore

Non vi è un fenomeno più grande di quello dell'amore.
Il più grande amore nella vita è spesso quello che si riveste di indifferenza.
L'indifferenza e l'indipendenza sono le ali che danno all'animo il potere di volare.