sabato 18 giugno 2016

Antichità

I Maestri, più che vecchi, sono sempre "antichi". Antichità e maestria non sono concetti separabili.
Disprezzando i vecchi (che considera dei parassiti) e aborrendo ogni forma di antichità, questo mondo non può - con ciò - avere Maestri.
Chi li cerca, li cerchi dunque nell'Altro.


Vecchio dell'altro mondo

mercoledì 15 giugno 2016

Non c'è [più] niente da fare

"Non c'è [più] niente da fare" può significare due cose:
"le abbiamo tentate tutte, ma bisogna abbandonare ogni speranza ormai";
oppure:
"tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto, e nulla rimane ora incompiuto".
Se si attribuisce alla frase il primo significato, si attiva la rassegnazione; se invece gli si attribuisce il secondo, si attiva una fiduciosa attesa.
In entrambi i casi, tuttavia, si deve attivare una facoltà che è l'ultima tra quelle assegnate a Dio nell'enunciazione dei Suoi 99 meravigliosi attributi: la Pazienza.
Ma, certamente, "non c'è più niente da fare"; se non attendere chi, non avendo ancora iniziato a far alcunché, tema di non avere più il tempo di fare una qualsiasi cosa che risulti utile davvero alla propria vita, e non a perderne il tempo.

Vivi sempre a favore di tempo, sapendo che perder tempo
è sprecare la vita e correre contro il tempo è maltrattare il cuore.

domenica 5 giugno 2016

Pholeterion

è il luogo fisico e metafisico, reale e virtuale,
in cui, nell’antichità, si incontravano
gli antichi maestri con i loro discepoli.
Questo luogo, che è piuttosto un luogo del cuore e della sua dimensione,
era un’oasi verde, un giardino, e la parola che vi veniva scambiata
era la vibrazione capace di esprimere la radice dell’energia vivente,
che si trasmetteva, viva, da maestro a discepolo.
Questa radice è stata poi chiamata Conoscenza;
essa è posta alla base della scienza e della cultura,
nelle quali si manifesta in modo multiforme,
così come era nella vita del  discepolo che si manifestava
la parola vivificante del maestro.


lunedì 18 aprile 2016

Pazienza

La pazienza non è l'arte di aspettare, ma l'arte di non aspettarsi nulla.

Figura da colorare con pazienza

martedì 9 febbraio 2016

Ponti

Vi sono due tipi di viaggiatori, quelli circolari e quelli lineari.
I primi partono da un luogo, ne visitano un altro, e tornano al luogo di partenza recando con sé ricordi e immagini del viaggio fatto; dopo un po' ripartono per un altro viaggio, un altro ritorno, un altro ricordo.
I secondi partono da un luogo e vanno avanti, sempre avanti. I meno esperti tra loro attraversano ponti che poi tagliano dietro di sé, temendo di avere la tentazione di tornare indietro; i più esperti, certi che questa voglia non apparterrà mai loro, consolidano i ponti, perché altri viaggiatori lineari li possano percorrere. Questi sono i pontefici: hanno pochi ricordi.
Si tratta di due specie umane molto diverse, tra le quali nel tempo si stabiliscono distanze siderali.
Appartenere all'una o all'altra è un fatto genetico, e determina il destino individuale.
Stabilire a quale specie si appartiene chiarisce i propri obiettivi e impedisce di dedicarsi a progetti di vita ai quali si è inadatti, sprecando inutilmente del tempo prezioso.
Un ponte

martedì 5 gennaio 2016

Ombrelli

Piove.
Tutti cercano riparo. Chi è furbo costruisce ombrelli e dice: "Io solo posso darvi riparo!".
Poi dice: "Che cosa mi date in cambio?" e stabilisce il prezzo dell'ombrello.
Poiché non vi è altri che possa dar riparo, costui acquista potere; e poiché è il solo a vendere ombrelli, diventa ricco.
I poveri, bagnati, sono costretti a lavorare per quel ricco, e vengono pagati, poco, per fabbricare gli ombrelli che il padrone venderà loro a caro prezzo.
Nasce l'odio sociale: ciò non è giusto!
Nascono pensatori che riflettono, e filosofie che rivendicano i diritti dei poveri.
Altri pensatori rivendicano i diritti dei ricchi.
Si formano partiti e schieramenti.
Nascono quelli che chiedono pietà, e quelli che si inorgogliscono nell'averne.
Poi i poveri, bagnati e sfruttati, si ribellano. Uccidono il padrone della fabbrica di ombrelli e prendono a fabbricare ombrelli in cooperativa.
Ora tutti hanno ombrelli, è nato l'ombrello del popolo.
Ma si accorgono che, una volta al coperto, hanno bisogno di caldo, perché, siccome fuori piove, le loro case sono fredde e umide.
C'è uno di loro, allora, che inventa la stufa e dice: "Io solo posso scaldarvi!" ... Etc.

Chi ha fatto piovere la prima volta?

Ombrello della Miosericordia