venerdì 27 gennaio 2017

Ancora disegni

L'attività creativa non è un'attività immaginativa: è piuttosto un'attività "sacra".
La creazione è una individuazione. Chi fondò Roma lo fece tracciando un solco che ne delimitasse i confini; e gli animali delimitano il loro territorio marcandolo con il loro odore.
Questo delimitare è un trarre da un indistinto, significato questo che è, etimologicamente, quello del sacer facere, rendere sacro o sacrificare.
O è un agglomerare in una forma ciò che è caotico e indifferenziato: il fango indistinto viene modellato in uomo.
Un disegno è un progetto (in inglese design è la parola per progetto), la delimitazione di una forma, un trarre dall'indistinto, dunque un distinguere, dunque un rendere sacro.
L'artista in preda ai furori della sua creatività è ispirato, come si suol dire: un folle in estasi.
Perché?  perché la sua follia è quella di creare la vita.
Il vero artista non accetta la limitazione del riprodurre la vita, egli la vuol creare; non avendo tra le mani che la propria vita, della quale soltanto fare quel che vuole, egli la deve creare.
Per farlo deve procedere mediante una individuazione, deve trarre se stesso fuori dall'indistinto, deve formarsi in un sacrificio.
Il vero, grande gesto creativo, sacro, totalmente artistico è la Vita, la cui caratteristica è di non poter essere mai fermata in un attimo che serva per osservarla senza ucciderla.
La sola vera opera d'arte, il solo vero Lavoro dunque, è l'artista vivo che si fa Uomo Vivente.
Il resto è rappresentazione.

L'Archetipo della Grande Madre: una sacra rappresentazione


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