mercoledì 21 febbraio 2018

E basta!

Le parole tra le più usate in questo periodo (anche elettorale) sono "integrazione" e "espulsione", riferite agli immigrati.
Il concetto è che chi non si integra o non può essere integrato per saturazione, deve essere espulso.
Non si sente mai sostituire la parola immigrato con la parola povero. Gli immigrati sono poveri, e basta. Il problema non è la loro nazionalità, ma la loro povertà.
Il povero non può essere integrato in una società plutocratica perché non può comprare beni, né gli si possono sottrarre beni con la forza perché non ne ha potuti comprare; non può essere integrato se non cessa di essere povero. E basta.
Poiché per renderlo meno povero occorre che i plutocrati siano meno ricchi, allora è più facile espellerlo. Ogni povero è già stato espulso,d'altronde, in qualunque luogo geografico egli egli si trovi.
Ma dà comunque fastidio che sia ancora visibile ai margini del campo visivo.
Il povero non è integrabile, e se non lo è, è un elemento di dis-integrazione del sistema (uso il termine con il valore che gli si dà in fisica, e non in politica) che non vuole, né può, integrarlo.
E' un solvente di questo sistema sociale, corrosivo.
Non si può porre un freno a questo movimento progressivo di soluzione del problema. E basta.
I poveri, che sono nel mondo in netta maggioranza, non hanno abbastanza soldi per fondare un partito; così non andranno mai al governo, ma stanno dis-integrando il sistema e i poteri, perché non vi è potere che sia possibile esercitare se quelli su cui si eserciterebbe non sono coercibili.
Non si può fermare questo movimento. E basta.

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