sabato 1 ottobre 2016

Ancora su Cocoon...

A quelli che restano, la corazza serve. Servono le difese da un mondo aggressivo, violento, liberticida, in cui la follia (sia sul versante psichico che su quello organico) aumenta di giorno in giorno e sottende tutti i rapporti umani.
Per questo, chi resta, la sua corazza se la tiene stretta; ed anzi è portato a percepire come violenza il tentativo di chiunque accenni a volergliela togliere di dosso. Paradossale, ma vero.
E' per questo che la cura aggrava il malanno, e a volte scatena il malanno che la compensazione che sosteneva la corazza tende a mantenere, ma che a un tratto crolla.
Ora però tutto questo appare chiaro solo a chi, tra i vecchi, si è immerso nella piscina e ne è uscito rinnovato e rinvigorito; a tutti gli altri ciò è oscuro. Per cui, la reazione abnorme al "positivo", così inaspettatamente negativa, è incomprensibile e genera ulteriore follia (psichica e organica).
A chi parte, e lo ha deciso senza possibili ripensamenti, spetta il compito di scendere tra chi non sa e diffondere la conoscenza dell'esistenza di una possibilità. Ciò lo obbliga a stare anch'egli in mezzo alle follie del mondo: non può rifugiarsi in anticipo sull'astronave...
C'è un tempo in cui decidere di partire è ancora possibile, ed è finché l'astronave staziona sul cielo di questo pazzo mondo, e finché il pilota non decide che è ora.
Questo è un film, di molti anni fa. E' da allora che l'astronave aspetta... ogni minuto che passa avvicina il momento della partenza. Sorridiamoci su.

L'astronave di Cocoon


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