"Il tempo si comporta così: ogni porta che si apre è
un’opportunità di realizzare qualcosa, purché la si imbocchi in tempo. Ma
restare a progettare cosa fare non serve più a niente, perché, quando si aprirà una porta, non sapremo se è quella giusta per realizzare la cosa che abbiamo
progettato, o se è una opportunità del tutto diversa dal nostro progetto.
Quindi serve essere pronti ad agire a seconda l’opportunità che si apre e nei
tempi in cui essa resta disponibile. Questo ci obbliga a una attenzione costante,
che non deve essere né ossessiva né ansiosa. Si chiama Presenza. Chi agisce, in
questi casi, deve essere l’Essenza, che – come sappiamo – è molto veloce.
[...] Se una cosa prevista capita nel momento in cui
la porta è chiusa, non serve a niente. Quindi chi vi parla dovrebbe, vedendo aperta una
porta, dirvi: correte qui e venite con me, presto! Ma si sentirebbe rispondere
che avete altro da fare etc. Per cui si adatta e fa sforzi disumani per far
coincidere quel che si deve fare con le vostre esigenze. Però non è bello sentirsi
rispondere “no” quando si chiede qualcosa, perché non lo si fa per sé, ma per la
persona a cui lo si chiede."
(Novembre 2008)
Aperte e socchiuse... |
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