giovedì 29 novembre 2018

Consumi

Il verbo "consumare" evoca un atto irreversibile e definitivo: la cosa consumata non esiste più, ne rimangono solo le spoglie, ossia i prodotti di scarto.
Si consumano i matrimoni, i reati, i pasti... e nel far questo, si consuma la vita che permette di consumarli.
Dopo molti, ripetuti e definitivi consumi, restano solo mucchi di scarti, e allora ci si pone il problema di riciclarli, e il fine di consumare in qualche modo anch'essi. Di ogni confezione di qualcosa di consumato, resta la scatola; di ogni vita umana resta la salma.
Ma esiste forse la possibilità di consumare le scatole al fine di farne emergere il contenuto, e così esiste forse la possibilità di consumare le salme per farne uscire, alla fine, l'Uomo Vivo che contenevano. Certo, si tratta di rovesciare un po' tutto... e, certo, è una questione di scelte...

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