martedì 13 novembre 2018

Integrazione

I poveri hanno il diritto di ricevere un assegno sociale che li sottragga allo stato di necessità, in modo tale che, non essendo più poveri, non abbiano più diritto a ricevere l'assegno sociale.

lunedì 12 novembre 2018

Sindrome di Stoccolma

In alcuni, l'ardore entusiastico nel consumare la propria gioia di vivere sembra essere piuttosto l'effetto di una sindrome di Stoccolma: amano disperatamente quella vita di cui sono prigionieri.


venerdì 9 novembre 2018

Per favore

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La verifica

Ero per strada e andavo di fretta; ma sono rimasto sorpreso quando un anziano signore, magro e di piccola statura, fermo sul ciglio del marciapiede, ha estratto da un borsone sportivo che portava a tracolla uno specchio e si è messo a guardarcisi dentro da ogni angolatura.
La cosa inaspettata deve avermi fatto assumere uno sguardo di indiscreta curiosità che l'altro ha colto, perché, mentre passavo accanto a lui, mi ha detto: "Verifico se sono ancora vivo!".

giovedì 8 novembre 2018

Un sogno


Ho sognato di essere aggrappato a una parete di roccia scura, di basalto, liscia, verticale e a picco su un mare in burrasca che si infrangeva violento su rocce appuntite.
Gli appigli erano scarsi, quasi inesistenti; e la roccia umida degli spruzzi. Non so come fossi finito là, a metà di quella salita improbabile.

Paralizzato mi chiedevo cosa fare: ogni movimento verso la risalita che – portata a termine – sarebbe stata la salvezza, era però un mettere a repentaglio la stabilità raggiunta in modo troppo rischioso, tale da rendere quasi certo il precipitare.
Stare fermo mi avrebbe intorpidito e le raffiche di vento prima o poi mi avrebbero divelto dalla roccia. La caduta in quei flutti furiosi era morte certa. La sensazione che provavo nel sogno era di gelida paralisi, senza scampo, senza speranza.
Allora riflettevo: di cosa avevo paura? Di morire, certo. Ma non era meglio questo che questa terribile paralisi? E così mi rasserenavo, sorridevo sciogliendomi persino, e sentivo il calore tornarmi nel petto; poi trasformavo quella che poteva essere una rovinosa, orribile caduta, in un tuffo all'indietro, elegante a volo d’angelo.
Non so cosa è accaduto poi, il sogno si è interrotto… ma se sto qui a raccontarla, deve essere andata meglio del previsto: sto bene e mi sento libero e leggero.

domenica 28 ottobre 2018

Libero pensiero

Se vi chiedete cosa distingue l'uomo dagli altri viventi, tutti saranno d'accordo nel dire che è la mente.
La mente funziona processando un gran numero di informazioni per determinare poi quale azione compiere, in piena autonomia e libertà: questo rende umano l'uomo.
Ora, uno che si alza al mattino, potrebbe chiedersi semplicemente se uscire o rimanere in casa.
La mente processerà tutte le informazioni disponibili (che tempo fa, che cosa si ha da fare, quanto tempo si ha a disposizione etc.) e deciderà per una delle due opzioni.
Ebbene, è libero quel tale di non eseguire l'azione che la mente gli impone? Può evitare di scegliere? No! Perché se non sceglie, non esce di casa (visto che in quel momento si trova in casa), e dunque sceglie di non uscire.
Ecco perché l'essere uomo è una trappola.

Di fronte all'interezza


Se volete sconfiggere la mente potete annotare quale sia il meccanismo quando dovete prendere una qualsiasi decisione, o – come si dice – “farvi un’idea”.
La vostra mente sceglie sempre tra almeno due possibilità, anche nelle cose più banali, e ogni volta la vostra scelta produce altri snodi logici e altre scelte, conducendovi lungo una strada, un’esistenza, che è fatta di cose scelte e – soprattutto - di cose rifiutate.
In questo modo vivete meno della metà delle possibilità che avete, e alla fine avrete vissuto mezza vita o meno; alla fine quel che chiamate “Io” sarà meno della metà di quello che sareste stati in potenza.
Se, al primo snodo che incontrerete, provate a rifiutare di scegliere e adottate una terza via, cioè quella che vi permette di vedere che la verità è solo nell'interezza, ossia nella composizione degli opposti, la mente si smarrisce e non funziona più; voi restate attoniti e finché la mente resta paralizzata, non potete più dirvi Io, perché a definirvi Io è la vostra mente, è l'idea (scelta tra le tante) che vi siete fatta di voi.
Aver rifiutato di scegliere (sarà possibile solo per un attimo), vi pone allora, finché la mente è paralizzata, davanti all'interezza della quale voi stessi sarete parte; e la percezione (non essendoci pensiero) di quest’attimo sarà che siete l’interezza, e che l’interezza sia voi.
A voi questa esperienza sarà servita, forse, per decidere che volete la vostra vita intera, e non quella scarsa metà che state vivendo; e forse a stabilire che voi siete proprio quello che NON avete scelto, e il resto è solo la testimonianza continuata e perseverante di una rinuncia a voi stessi.