venerdì 7 dicembre 2018

La vibrazione del La

Per concludere questa serie di articoli il cui contenuto è stato dedicato a una riflessione sulla funzione del "Maestro" nei percorsi evolutivi, in particolare spirituali, chi scrive si riferisce al più recente di tali articoli dal titolo "Pensiero logico e pensiero coerente", in cui si parlava di:
...quei rarissimi esseri capaci di emettere la vibrazione base, quella specie di La naturale sul quale si accorderebbero un'orchestra o un coro... questi sono i Maestri.
Il Maestro, si precisa ora, è il La in sé.
Il La è qui simbolo di una vibrazione naturale di base cui gli universi si accordano per poter emergere dal caos, ovvero per potersi agglomerare in materia/energia, ovvero crearsi, in grazia di una coerenza. E' per questo che è corretto dire - tout court - che il Maestro è il La.
Ed è per questo che più volte chi scrive ha insistito nell'affermare che "il Maestro non è un uomo".
E tuttavia, sviluppando la metafora sonora, il La qui non è più naturale, ma è un ultra-suono, e quindi sfugge alla possibilità umana di essere udito, a meno che non vi sia uno strumento che lo riduca a una frequenza armonica che ricada nel range dell'udibile.
Vi sono alcuni strumenti dunque, che risuonano sul La inaudibile, emettendone una versione "udibile" (ma si intende sensibile, ovvero capace di interagire con la natura organica), e questi sono i Maestri che riconosciamo storicamente. Anche se l'udibilità del La "naturale" che essi emettono è a loro discrezione, ed Essi si fanno udire se e quando lo ritengono necessario, la loro presenza consente comunque di generare sul piano umano quella frequenza capace di produrre evoluzione mediante coerenza, evidenziando intanto tutte le dissonanze e le stonature; e pone contemporaneamente il tema di come un Maestro in forma umana sia tale: è evidente che Egli è una sorta di La incarnato e che abbia la facoltà di risuonare, perché lo è, sul La ultrasonico (sovra-naturale) di cui metaforicamente si parlava poco fa.
Quindi, l'homo normalis che si accordi con il Maestro nelle sue vicinanze fisiche, affinerà le sue capacità di risonanza come fa un buon violino, che migliora la sua "voce", man mano che lo si suona; e ciò fino al punto in cui si amplierà tanto la capacità di risonanza da superare i limiti del range percettivo umano fino a raggiungere il livello del La ultrasonico, diventandolo, alla fine.
Per cui, il Maestro agisce per Presenza, in quanto emette la propria vibrazione; ciò che Egli dice è relativamente importante, mentre lo è ciò che Egli fa (come attrattore strano, ovvero agglomeratore di materia/energia in forma coerente all'interno della dinamica di un sistema caotico); e poiché il farsi è insito nel Vivente, la cosa riguarda sempre il qui ed ora.
La lettura di ciò che ha detto un Maestro antico ha una potenza solo se fatta da un altro Maestro presente, che la riattualizzi. Per questo i Maestri dicono che il contenuto dei libri è "morto", e persino che "un Maestro morto non serve a niente".

mercoledì 5 dicembre 2018

Pensiero logico e pensiero coerente


Il pensiero logico è il dipanarsi orizzontale di una concatenazione di tipo causa-effetto; un pensiero alla Sherlock Holmes che, esercitato in modo ossessivo, conduceva il famoso personaggio  a scoperte sorprendenti di tipo deduttivo.
Al di là di questi eccessi letterari, questo tipo di pensiero è quello ritenuto più affidabile, tanto che è il solo che la scienza ammette come processo di verifica delle sue scoperte.
Erroneamente - secondo chi scrive - si attribuisce a questo tipo di pensiero il valore della coerenza, e ciò perché è possibile risalire, maglia per maglia, lungo la catena deduttiva, e di nuovo ripetere esattamente il processo con lo stesso risultato finale. Per questo è giusto attribuirgli gli aggettivi di lineare ed orizzontale.
Ma la coerenza è uno stato quantistico della materia per il quale, in un certo momento di durata labile, si realizza una condizione per cui - sia a livello atomico che subatomico - ogni elemento che costituisce un sistema si trova ad emettere vibrazioni la cui frequenza è armonica (in termini matematici) con quella emessa da tutti gli altri elementi. Questa fase è in equilibrio dinamico, cioè è instabile.


Secondo scienziati illuminati, la coscienza umana (e quindi lo psichismo, che contiene il pensiero) è l'emersione di una coerenza quantistica nell'attività dei microtubuli delle neurocellule. Si tratta dunque - in quanto emersione - di qualcosa che viaggia in senso verticale. A volte con ciò incontrando l'orizzontalità del pensiero logico, a volte no. Chi scrive ritiene che questo tipo di coscienza non sia ancora dell'umanità tutta, ma di un piccola parte di essa che lavora per renderla universale, producendo risonanza.
L'ascoltatore (o il lettore) è abituato a ritenere che i pensieri logici debbano essere espressi attraverso il logos (il verbo, la parola) e non sa - in genere - che il pensiero coerente - come qui è inteso - agisce in modo diretto sulla Realtà, e non la rappresenta semanticamente come fa invece il pensiero logico, che è astratto.
Di questo pensiero coerente si dice infatti, nella tradizione millenaria, che esso produca azione diretta e del tutto contemporanea al pensiero stesso. Dunque, in questo caso non di una semantica si deve parlare, ma di una semiologia (1), in quanto l'oggetto non è rappresentato e necessitante di interpretazione, ma è direttamente visibile perché realizzato, ossia "reso reale".
Poiché chi scrive ha recentemente parlato su questo stesso blog di "homo normalis" (2), coglie qui l'occasione di precisare come il pensiero logico appartenga specificamente a questo uomo, che nella misura in cui è dotato di intelligenza a volte eccezionale, produce pensieri eccezionali, scoperte eccezionali, eccezionali progressi tecnologici e scientifici.
Ma aggiunge che, tra i componenti di questa umanità, sono rari gli individui capaci di ricercare, intercettare e favorire una coerenza armonica; capacità questa che non risiede nel pensiero, ma in qualche qualità "quantistica" dell'intero sistema vivente che essi sono. E tra loro si nascondono - è il caso di dirlo - quei rarissimi esseri capaci di emettere la vibrazione base, quella specie di La naturale sul quale si accorderebbero un'orchestra o un coro. E che questi sono i Maestri.
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(1) In linguistica, la dottrina dei segni (opposta alla semantica, che è la dottrina dei significati)
(2) Nell'articolo dal titolo "Astrattismo"

martedì 4 dicembre 2018

"Io sono la Verità totale"

Rileggendo il discorso di J. Krishnamurti (che qualcuno gentilmente ha postato per il piacere di chi scrive e di chiunque) con il quale Egli scioglieva l'Ordine della Stella nel 1929, ho trovato una corrispondenza davvero singolare tra l'affermazione che Egli fa:
...io sono libero, incondizionato e intero (non parte, non relativo, ma [sono] la Verità totale che è eterna)...
e
An'al Haqq  [Io sono la Verità, o il Vero]
che con altrettanta determinazione (in questo caso estatica) fa Al-Hallâj, il cardatore d'anime, noto anche come "il Cristo dell'Islam" proprio perché la succitata affermazione gli costò la tortura e la crocifissione.
Per entrambi questi Maestri (ché questo sono) non era necessario avere seguaci, e anzi non ne cercavano; ma ne avevano, in numero limitato (se si contano solo quelli che dalla loro vicinanza diretta ricavavano un beneficio spirituale reale) e tali - per vicinanza intima - da essere considerati amici piuttosto che allievi.
Né il primo né il secondo voleva organizzazioni umane attorno a sé, e ciò perché ogni organizzazione umana si struttura in un modo che nega le condizioni necessarie al conseguimento della Verità; l'organizzazione cui Krishnamurti pensava invece era questa:
Coloro che vogliono realmente conoscere, coloro che cercano davvero ciò che è eterno, privo di inizio e privo di fine, cammineranno insieme con grande intensità e costituiranno un pericolo per tutto ciò che è inessenziale, per le irrealtà, per le ombre. Essi si uniranno e diverranno una fiamma, perché comprendono. Voglio creare un’unione così, questo e il mio scopo. Dalla vera comprensione nascerà vera amicizia. Dalla vera amicizia, che voi non sembrate conoscere, nascerà vera cooperazione reciproca. E ciò non a motivo di un’autorità, non in virtù di una salvezza o perché ci si è immolati per una causa, ma perché comprendendo davvero viviamo nell'eterno. Questo supera il maggiore piacere e il più grande sacrificio.
Ma di quelli che vogliono realmente conoscere, aggiungeva, ce n'erano quattro o cinque al mondo, il che esclude ogni possibilità di aggregazione organizzata. E il luogo d'incontro di questi amici non può che essere "un luogo reale e virtuale, fisico e metafisico", non un'organizzazione...

Questa nota però serve solo a sottolineare che vi sono stati, vi sono e vi saranno Maestri nei quali la Verità è incarnata; in forma parziale o anche totale, a volte, nella storia spirituale - che significa evolutiva - dell'Umanità. Essi non possiedono la Verità, sia chiaro! ma ne sono posseduti e a tratti, quando la Verità vuole, la esprimono producendo fatti reali. Essi non insegnano dunque con le parole o con gli scritti, ma con la Presenza. Senza questi Maestri nessuna evoluzione sarebbe stata possibile né lo è oggi, cosicché si può pure affermare che bisogna cercare la liberazione da ogni forma di organizzazione umana, specie se religiosa, ma certo questo non significa che si possa fare a meno dei Maestri... il rischio è quello, se no, di sentirsi onnipotenti e di convincersi - molto erroneamente - che per raggiungere il Vero basti uno sforzo di buona volontà.

Astrattismo

Dio, Spirito, Amore non sono parole che indicano concetti astratti il cui valore è lasciato alla libera sensibilità di ognuno.

Rappresentazione astratta
Sono i nomi di qualcosa di molto concreto che non è sperimentabile dall'uomo in condizioni originarie, basiche; così che a costui queste concretezze risultano maneggiabili quanto le funzioni neurofisiologiche in un attacco di panico: per nulla, senza chi ti insegni come fare.
Ma è comprensibile come la tendenza dell'homo naturalis sia quella di negare (a-gnosco) ciò che non può maneggiare, che non vede, e su cui non ha potere. Comprensibile che ne faccia persino orgogliosamente una ideologia liberale.
Meno comprensibile è che egli non si adoperi con tutte le sue forze per guadagnare umilmente le competenze che gli permettano di attingere a più elevati stati di conoscenza, cominciando con l'ammissione - essa davvero umana nel senso più nobile, e per questo degna del massimo rispetto -  che non ne ha.

Accordi

Quando qualcuno si dichiara d'accordo con me, mi chiedo sinceramente se io non abbia detto qualcosa di tanto banale da dovermene scusare: a che serve dire cose che tutti sanno già, annoiando la gente?

lunedì 3 dicembre 2018

Domande serie

Un tale, che aveva domande esistenziali impellenti, cercò e trovò il solito saggio eremita. Giunto faticosamente alla caverna di lui, che sedeva immobile come fanno i saggi eremiti, gli chiese:
-"Maestro, qual è il significato della vita?"
-"Molti mi hanno posto questa domanda, e molte volte ho risposto, ma ogni volta tu non c'eri."
Sconcertato, dopo qualche secondo di pesante silenzio, il cercatore di verità chiese ancora:
-"Maestro, è possibile accedere all'immortalità?"
-"Molti mi hanno posto questa domanda, e molte volte ho risposto, ma ogni volta tu non c'eri."
-"Che fare dunque per ottenere risposte?"
-"Torna a casa e mentre viaggi cerca con il ricordo di dare risposta a una domanda che farai a te stesso: dov'ero mentre si dava risposta alle poche domande serie che un giorno mi sarei fatto?"

domenica 2 dicembre 2018

In democrazia

In democrazia è definito "libero" l'uomo cui il Potere concede di scegliere da sé i propri padroni tra un novero di propri rappresentanti individuati dal Potere.