mercoledì 28 novembre 2018

Alienazioni

A volte si ha la sensazione che tutto sia stato detto, tutto sia stato fatto, e che dunque non vi sia da far altro che lasciare che il tempo e l'usura delle intemperie consumi ciò che c'è e che non può trasformarsi se non in questo senso... come una roccia millenaria, erosa dal vento, si mescoli in granelli alle sabbie del deserto da cui emerge. Una definitiva vittoria dell'entropia.
Sembra che non vi sia (più) una possibilità evolutiva, e che ogni movimento di ogni cosa presente non sia che uno sfregamento erosivo tra elementi materiali che devono tornare polvere; il movimento di ogni cosa, anche organica... di ogni vivente, dunque e persino di ogni uomo... uomini ormai tra loro in relazioni erosive, ed entropiche.
Se questa sensazione di mobilità apparente, ma di stasi reale, appare al sognatore sveglio come verità, [“al limite fra sogno e pensiero oggettivo, nella confusa regione dove il sogno si nutre di forme e colori reali, e dove, per converso, la realtà ... trae la sua atmosfera onirica”*] non si può che cercare di scrutare oltre la linea d'orizzonte delle dune che la falsa mobilità genera, e vedere se vi sono azzurri celesti o stelle notturne... c'è un oltre, se è così. E vedere così se queste azzurrità sono abitate, non da esseri alieni, ma semplicemente da esseri VIVENTI. Chè il Vivente è alieno al deserto.




*Gaston Bachelard

martedì 13 novembre 2018

Sale d'aspetto

L'aspetto più noioso di una vita noiosa è costituito dalle attese. E una vita noiosa è una lunga attesa. 


Integrazione

I poveri hanno il diritto di ricevere un assegno sociale che li sottragga allo stato di necessità, in modo tale che, non essendo più poveri, non abbiano più diritto a ricevere l'assegno sociale.

lunedì 12 novembre 2018

Sindrome di Stoccolma

In alcuni, l'ardore entusiastico nel consumare la propria gioia di vivere sembra essere piuttosto l'effetto di una sindrome di Stoccolma: amano disperatamente quella vita di cui sono prigionieri.


venerdì 9 novembre 2018

Per favore

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La verifica

Ero per strada e andavo di fretta; ma sono rimasto sorpreso quando un anziano signore, magro e di piccola statura, fermo sul ciglio del marciapiede, ha estratto da un borsone sportivo che portava a tracolla uno specchio e si è messo a guardarcisi dentro da ogni angolatura.
La cosa inaspettata deve avermi fatto assumere uno sguardo di indiscreta curiosità che l'altro ha colto, perché, mentre passavo accanto a lui, mi ha detto: "Verifico se sono ancora vivo!".

giovedì 8 novembre 2018

Un sogno


Ho sognato di essere aggrappato a una parete di roccia scura, di basalto, liscia, verticale e a picco su un mare in burrasca che si infrangeva violento su rocce appuntite.
Gli appigli erano scarsi, quasi inesistenti; e la roccia umida degli spruzzi. Non so come fossi finito là, a metà di quella salita improbabile.

Paralizzato mi chiedevo cosa fare: ogni movimento verso la risalita che – portata a termine – sarebbe stata la salvezza, era però un mettere a repentaglio la stabilità raggiunta in modo troppo rischioso, tale da rendere quasi certo il precipitare.
Stare fermo mi avrebbe intorpidito e le raffiche di vento prima o poi mi avrebbero divelto dalla roccia. La caduta in quei flutti furiosi era morte certa. La sensazione che provavo nel sogno era di gelida paralisi, senza scampo, senza speranza.
Allora riflettevo: di cosa avevo paura? Di morire, certo. Ma non era meglio questo che questa terribile paralisi? E così mi rasserenavo, sorridevo sciogliendomi persino, e sentivo il calore tornarmi nel petto; poi trasformavo quella che poteva essere una rovinosa, orribile caduta, in un tuffo all'indietro, elegante a volo d’angelo.
Non so cosa è accaduto poi, il sogno si è interrotto… ma se sto qui a raccontarla, deve essere andata meglio del previsto: sto bene e mi sento libero e leggero.