[1] Gustav Meyrink
"Dire che l'uomo, e di conseguenza il corpo umano, è "fatto ad immagine di Dio" significa, a priori, che esso manifesta qualcosa d'assoluto e proprio per questo d'illimitato e di perfetto ... l'uomo denota non solo il vertice delle creature terrestri, ma anche - e proprio per questo - l'uscita dalla loro condizione ... vedere l'uomo equivale a vedere non soltanto l'immagine di Dio ..., ma pure una porta aperta sull'Illuminazione liberatrice ..."
sabato 20 agosto 2016
Chi chiede aiuto...
“Chi chiede
aiuto, ad alta o a bassa voce, o così profondamente nel cuore che neppure lui
se ne avvede, in realtà invoca la paura, le si inginocchia davanti e la prega.[1]”
sabato 13 agosto 2016
Il fuoco della pacificazione
"Pace
significa non passività ma vigilanza, «non l’assenza di lotta ma l’assenza di
incertezza e confusione». Anche chi sia avanzato al livello della
contemplazione, non deve mai desistere dall’impegno dell’azione, cercando con
sforzo positivo di acquistare virtù e rigettare il vizio. Prassi e teoria, la
vita attiva e la contemplativa, non dovrebbero
essere considerate come alternative, né come due stadi, cronologicamente
successivi, l’uno cessante quando l’altro inizia; ma piuttosto come due livelli
d’esperienza spirituale interpenetrantesi e presenti simultaneamente nella vita
di preghiera.
Ciascuno deve lottare al livello della ‘prassi’ fino al termine
della vita. Questo è il chiaro insegnamento dei Padri: «Il compito principale
dell’uomo è d’essere memore di se stesso al cospetto di Dio, e di aspettarsi
tentazioni fino all’ultimo respiro… anche chi siede nel deserto da eremita ha
sfuggito tre guerre: udire, parlare, vedere; ma c’è una cosa che deve
continuamente combattere – la battaglia che è dentro il suo cuore».
La Pacificazione è strettamente connessa con l’amore, ciò indica il contenuto dinamico e positivo del termine. Nella sua essenza fondamentale è uno stato di libertà spirituale, in cui l’uomo è capace di levarsi verso Dio con desiderio ardente. Non è una mera mortificazione delle passioni fisiche del corpo, ma anzi la sua nuova e rinnovata energia; è uno stato dell’anima in cui l’ardente amore per Dio e per l’uomo non lascia spazio che per le passioni capaci di elevare. A denotare il suo carattere dinamico, i Maestri usano la frase espressiva: al fuoco della Pacificazione. "
giovedì 11 agosto 2016
mercoledì 3 agosto 2016
Una vita presente
"Sono certo che non mi credete davvero, e forse non credete nemmeno che ci creda io stesso.
Eppure è la verità [...] non sto scherzando: è una cosa molto seria, [anche se] una simile affermazione è di per sé sconcertante.
Molti sostengono di ricordare una vita passata, ma io sostengo di ricordare un'altra, diversissima, vita presente.
[...]
Ho il sospetto di non essere l'unico ad aver fatto questa esperienza. Ciò che è unico è la mia disponibilità a parlarne."
[Philip K. Dick, 24 settembre 1977]
Eppure è la verità [...] non sto scherzando: è una cosa molto seria, [anche se] una simile affermazione è di per sé sconcertante.
Molti sostengono di ricordare una vita passata, ma io sostengo di ricordare un'altra, diversissima, vita presente.
[...]
Ho il sospetto di non essere l'unico ad aver fatto questa esperienza. Ciò che è unico è la mia disponibilità a parlarne."
[Philip K. Dick, 24 settembre 1977]
Wormhole - una porta |
Invito
invita a un seminario teorico e pratico condotto dal Fondatore,
Sergio
Sergio
VIGLIACCA PAURA
Argomenti trattati:
La paura di vivere come «malattia dell’anima»
e i disturbi correlati psichici e no,
il coraggio dell’Abbandono, la Volontà di fronte alla Necessità.
Il disorientamento polare come perdita del senso della vita...
La paura di vivere come «malattia dell’anima»
e i disturbi correlati psichici e no,
il coraggio dell’Abbandono, la Volontà di fronte alla Necessità.
Il disorientamento polare come perdita del senso della vita...
... e altro-
Sabato 10 e domenica 11 settembre - Roma
per info: pholeterion@fastwebnet.it
domenica 31 luglio 2016
Guerra e Pace
Qualcuno mi parla di una guerra che sia stata dichiarata contro la pace.
Si può fare la guerra contro la pace? No, perché se c'è l'una cosa, non c'è l'altra.
Ma l'idea che la pace si ottenga combattendo e vincendo la lotta contro la guerra è ormai diventata usuale, e così si fa la guerra contro la guerra per produrre una pace, e si fa la guerra per mantenere la pace, e così via.
Si invocano sentimenti religiosi pacifici contro sentimenti religiosi guerreschi, da stabilire eliminando violentemente i secondi; quindi si pretende di far la pace contrapponendola guerrescamente, o anche intellettualisticamente, o persino filosoficamente alla guerra! Non è stupido?
Il conflitto è l'elemento sul quale, ontologicamente, si genera la vita la quale per sua natura è fondata sulla dualità e sui complementari funzionalmente opposti (maschio e femmina, ad esempio).
Il conflitto esiste finché esistono gli opposti complementari, e finché quindi esiste quella che abbiamo considerato fin qui essere vita.
L'Unità però è l'eliminazione della Dualità e - di conseguenza - del conflitto.
Il problema dunque, non è che Uno dei Due contendenti l'abbia vinta sull'altro, ma che ogni essere - individualmente, sapete? - divenga l'Uno che è, assorbendo il Due nell'Unità.
Il problema che si pone a questa umanità boccheggiante come i salmoni tornati alla loro origine, è di dare allora Vita ad una Vita che non sia più fondata sulla Dualità, ma sull'Unità.
Tema molto attuale, ma che è davvero troppo sfuggente per le coscienze umane che si ritengono fondate sulla ragione (duale!); allora è necessario - ancora individualmente, sapete? - stabilire una coscienza fondata sulla Intellezione, che è la visione diretta della Verità (che è per definizione Una) che il cuore contiene.
Se credete che siano parole, vi sbagliate; ma lo crederete fermamente finché non avrete il coraggio di verificare che si tratta non solo di fatti, ma dei soli fatti che corrispondono al Vero.
Si può fare la guerra contro la pace? No, perché se c'è l'una cosa, non c'è l'altra.
Ma l'idea che la pace si ottenga combattendo e vincendo la lotta contro la guerra è ormai diventata usuale, e così si fa la guerra contro la guerra per produrre una pace, e si fa la guerra per mantenere la pace, e così via.
Si invocano sentimenti religiosi pacifici contro sentimenti religiosi guerreschi, da stabilire eliminando violentemente i secondi; quindi si pretende di far la pace contrapponendola guerrescamente, o anche intellettualisticamente, o persino filosoficamente alla guerra! Non è stupido?
Il conflitto è l'elemento sul quale, ontologicamente, si genera la vita la quale per sua natura è fondata sulla dualità e sui complementari funzionalmente opposti (maschio e femmina, ad esempio).
Il conflitto esiste finché esistono gli opposti complementari, e finché quindi esiste quella che abbiamo considerato fin qui essere vita.
L'Unità però è l'eliminazione della Dualità e - di conseguenza - del conflitto.
Il problema dunque, non è che Uno dei Due contendenti l'abbia vinta sull'altro, ma che ogni essere - individualmente, sapete? - divenga l'Uno che è, assorbendo il Due nell'Unità.
Il problema che si pone a questa umanità boccheggiante come i salmoni tornati alla loro origine, è di dare allora Vita ad una Vita che non sia più fondata sulla Dualità, ma sull'Unità.
Tema molto attuale, ma che è davvero troppo sfuggente per le coscienze umane che si ritengono fondate sulla ragione (duale!); allora è necessario - ancora individualmente, sapete? - stabilire una coscienza fondata sulla Intellezione, che è la visione diretta della Verità (che è per definizione Una) che il cuore contiene.
Se credete che siano parole, vi sbagliate; ma lo crederete fermamente finché non avrete il coraggio di verificare che si tratta non solo di fatti, ma dei soli fatti che corrispondono al Vero.
UNO scudo |
giovedì 28 luglio 2016
Fuori e mai fermi
Dalla Nave dei Folli affascinato,
l'àncora getto sulla riva del fiume.
Un lieve, mobile, baluginìo di fiamma
l'acqua che scorre
spegne tra le schiume.
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