"Dire che l'uomo, e di conseguenza il corpo umano, è "fatto ad immagine di Dio" significa, a priori, che esso manifesta qualcosa d'assoluto e proprio per questo d'illimitato e di perfetto ... l'uomo denota non solo il vertice delle creature terrestri, ma anche - e proprio per questo - l'uscita dalla loro condizione ... vedere l'uomo equivale a vedere non soltanto l'immagine di Dio ..., ma pure una porta aperta sull'Illuminazione liberatrice ..."
lunedì 12 settembre 2016
Rari nantes
Le rare persone che non sono intervenute al seminario dal titolo "Vigliacca paura", e che non riescono a perdonarselo, possono cercare lenimento leggendone un estratto (epurato di quanto richiede una relazione umana costituita dalla presenza fisica) attraverso il sito Pholeterion, a questa pagina, cliccando sul titolo nella sezione "eventi recenti" in fondo alla pagina.
venerdì 9 settembre 2016
Responsabilità, Dovere e colpa
Responsabilità e Dovere sono concetti opposti.
La Responsabilità è libertà; solo l'uomo libero è responsabile, perché l'uomo è libero solo se ha potenza (ovvero possibilità autonoma di agire sul mondo per modificarlo), e solo chi ha potenza ha la responsabilità di usarla bene. All'uomo libero nulla può essere imposto se non con la coercizione violenta, e senza grandi risultati effettivi. Quindi l'atto responsabile nasce esclusivamente dalla necessità interiore di compierlo.
Il Dovere è quanto viene imposto dall'esterno all'uomo reso schiavo, e prevede la sorveglianza delle sue azioni, la costrizione all''agire e la punizione in caso di inadempienza.
Per questo motivo, le società umane si fondano sul dovere, e mai sulla responsabilità.
Il senso di colpa è la introiezione del dovere, ovvero l'aver fatto proprie le istanze vessatorie e punitive della società cui si appartiene; non ha nulla a che fare con la Responsabilità.
La colpa prevede una punizione, che lo schiavo è disposto persino ad autoinfliggersi; il mancato esercizio di Responsabilità prevede soltanto la vergogna che l'uomo libero e potente prova quando non mette al servizio ciò di cui dispone, ovvero tutto se stesso.
Conclusione: chi ha responsabilità è libero e non ha colpe.
Chi ha doveri, è schiavo, è sempre colpevole di qualcosa e perciò sempre punibile.
Un'ultima cosa: solo il Servitore è un Uomo Libero...
La Responsabilità è libertà; solo l'uomo libero è responsabile, perché l'uomo è libero solo se ha potenza (ovvero possibilità autonoma di agire sul mondo per modificarlo), e solo chi ha potenza ha la responsabilità di usarla bene. All'uomo libero nulla può essere imposto se non con la coercizione violenta, e senza grandi risultati effettivi. Quindi l'atto responsabile nasce esclusivamente dalla necessità interiore di compierlo.
Il Dovere è quanto viene imposto dall'esterno all'uomo reso schiavo, e prevede la sorveglianza delle sue azioni, la costrizione all''agire e la punizione in caso di inadempienza.
Per questo motivo, le società umane si fondano sul dovere, e mai sulla responsabilità.
Il senso di colpa è la introiezione del dovere, ovvero l'aver fatto proprie le istanze vessatorie e punitive della società cui si appartiene; non ha nulla a che fare con la Responsabilità.
La colpa prevede una punizione, che lo schiavo è disposto persino ad autoinfliggersi; il mancato esercizio di Responsabilità prevede soltanto la vergogna che l'uomo libero e potente prova quando non mette al servizio ciò di cui dispone, ovvero tutto se stesso.
Conclusione: chi ha responsabilità è libero e non ha colpe.
Chi ha doveri, è schiavo, è sempre colpevole di qualcosa e perciò sempre punibile.
Un'ultima cosa: solo il Servitore è un Uomo Libero...
Franano le case: di chi la colpa? |
martedì 6 settembre 2016
Centri benessere
Esistono molte opportunità, oggi, per trovare un sollievo
alla psiche, o all’anima, affaticata dalle ansie, dalle paure e dalle dolorose
tristezze che quella che chiamiamo in modo inappropriato “vita” ci procura. C’è ovunque un centro benessere, o una palestra, o una
meditazione, o una chiesa nella quale rifugiarsi per trovare una pausa, un
ristoro momentaneo, prima di tornare a quella che chiamiamo impropriamente
"realtà”, e che consideriamo "dura".
Ma la vita, intesa in modo corretto, è una gestazione; e la
gestazione non è per il feto una “dura realtà” dalla quale prendersi una pausa
ogni tanto. Per il feto in gestazione, ogni attimo è un accrescimento, è un’acquisizione
di nuovi elementi vitali, di nuove funzioni, di nuove potenze. E non vi possono
essere pause di riposo. È un meraviglioso lavoro senza riposo, e una gioia
persino a volte dolorosa, quando un passaggio evolutivo produce un fastidio …
così è – ad esempio – quando un bimbo mette i denti. E alla fine, il passaggio
periglioso, stressante, per il canale del parto, che conduce alla luce. La vita
vera, è una gestazione che conduce a una nascita.
Esistono poche opportunità, oggi, per trovare un luogo
(reale e virtuale) in cui poter vivere la propria vita per quello che è, ossia
una gestazione. E so che quei pochi che le trovano, spesso si lamentano perché
cercavano un centro benessere…, ma chi è stanco di essere vissuto dalla vita, e vuole finalmente viverla, diffida delle consolazioni momentanee, e accetta con gioia questa opportunità, se mai gli si manifesta.
Il bello della vita |
lunedì 5 settembre 2016
Ho dovuto constatare...
«Ho dovuto constatare di persona che oggi, a voler istruire
gli ignoranti e gli incolti
ci si attira solo ostilità.
Ho visto brillare in tutto il suo fulgore il fuoco infernale
della stupidità e dell'aberrazione [...].
Mi sono urtato all'incomprensione di genti cieche alle luci
e ai segreti della saggezza [...],
genti i cui sguardi non hanno mai oltrepassato i limiti
delle evidenze materiali,
e le cui riflessioni non si sono mai innalzate al di sopra
degli abitacoli delle tenebre e della loro polvere [...].
Questo soffocamento dell'intelligenza, questo congelamento
delle qualità naturali,
questa ostilità della nostra epoca alla conoscenza, alla
gnosi, alla spiritualità,
al bene nostro e di tutti
m'hanno consigliato infine di nascondermi a loro,
e di coltivare la saggezza e la via mistica nei ritiri
nascosti e sublimi che solo i saggi conoscono.»
Sadr al Din Shirazi (1571-1627)
Forse è terminato, dopo 500 anni, il tempo del "nascondersi nei ritiri nascosti".
Forse i saggi, oggi, devono faticosamente come in un parto, venire alla Luce.
Anche di questo parleremo, molto presto, qui.
Sadr al Din Shirazi, filosofo persiano |
venerdì 2 settembre 2016
La paura fa paura
La paura degli altri fa paura, perché è capace di produrre reazioni incontrollate.
E' noto quanto, poi, il panico si propaghi facilmente, come un'onda sismica.
Se fossi un complottista direi che a generare i terremoti non sono forse gli esperimenti atomici sotterranei, quando le onde di paura generalizzata delle persone: la paura è distruttiva, e chi ne ha tanta da essere preda del panico, coltiva inevitabilmente rabbia e distruttività; la sua potenza è pari a quella di un terremoto, e causa tanti morti, più di un terremoto. Ogni minuto in ogni parte del mondo.
Salam, Shalom, la Pace del cuore, a chi lo ha tremante.
Anche di questo parleremo qui.
E' noto quanto, poi, il panico si propaghi facilmente, come un'onda sismica.
Se fossi un complottista direi che a generare i terremoti non sono forse gli esperimenti atomici sotterranei, quando le onde di paura generalizzata delle persone: la paura è distruttiva, e chi ne ha tanta da essere preda del panico, coltiva inevitabilmente rabbia e distruttività; la sua potenza è pari a quella di un terremoto, e causa tanti morti, più di un terremoto. Ogni minuto in ogni parte del mondo.
Salam, Shalom, la Pace del cuore, a chi lo ha tremante.
Anche di questo parleremo qui.
venerdì 26 agosto 2016
Crolli e ricostruzioni
In questi giorni è stato ripetutamente detto che non sono i terremoti ad uccidere, ma il crollo delle case sotto l'urto dei terremoti.
Usando questa affermazione come metafora, potremmo dire che non sono le catastrofi (ricordo che "katastrophé" significa "rovesciamento") ad uccidere, ma il crollo dei gusci protettivi, delle difese, che avevamo costruito per difendercene.
Di fatto, in questo momento della storia dell'umanità, ciò che uccide e rende folli è appunto il crollo delle difese psichiche, che abbiamo artatamente costruite, per difenderci dal cambiamento.
Qual è la risposta che le istituzioni danno al terremoto? Rafforziamo le difese!
Qual è quella che potremmo adottare? Diventiamo noi terremoti! Determiniamo il cambiamento!
Di questo parleremo presto qui.
Usando questa affermazione come metafora, potremmo dire che non sono le catastrofi (ricordo che "katastrophé" significa "rovesciamento") ad uccidere, ma il crollo dei gusci protettivi, delle difese, che avevamo costruito per difendercene.
Di fatto, in questo momento della storia dell'umanità, ciò che uccide e rende folli è appunto il crollo delle difese psichiche, che abbiamo artatamente costruite, per difenderci dal cambiamento.
Qual è la risposta che le istituzioni danno al terremoto? Rafforziamo le difese!
Qual è quella che potremmo adottare? Diventiamo noi terremoti! Determiniamo il cambiamento!
Di questo parleremo presto qui.
Ricostruzione. Del Pantheon. |
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