Ai bambini si chiede, fatalmente: "Che cosa vuoi
fare da grande?". E si ricevono risposte, di solito, assai improbabili.
Crescendo, quel bambino sceglierà dei modelli e il suo intento, il suo voler
fare, diventerà il suo voler
essere.
Più avanti, quando
farà ciò che sarà costretto a
fare e s
arà quel che sarà costretto a
non essere, non gli resterà altro che stabilire ciò che vorrà
sembrare.
Quindi comincerà a
fare cose che gli consentiranno di fingere con se stesso di
essere quel che si sforzerà di
sembrare agli altri.
L'inganno è compiuto, e la condanna alla menzogna perenne è così comminata: questa pena, per un reato mai compiuto, si chiama "personalità", o "falso Io", o "ideale dell'Io": è un tiranno che non consente altro che di
sembrare ed
ingannarsi, perché ogni tentativo di
essere quel che
si è sarebbe un tradimento verso le aspettative degli altri, ai quali si apparirebbe diversi, tradendo le loro aspettative. La punizione? "Mi hai deluso, allora non ti amo più!".
In questa prigione resta impossibile dare risposta a una domanda che ci si smette allora di fare: chi
sono? Perché la risposta a questa domanda potrebbe essere data solo
a posteriori, quando si fosse diventati ciò che si
doveva essere, e lo si constatasse.
Essere, infatti, non è cosa che può piegarsi al volere, ma è la progressiva manifestazione di
quel che si è fin dall'origine, e che la vita dovrebbe consentire di attuare.
Ma non si è mai
diventati altro che quello che si voleva
sembrare. Si muore non avendo mai potuto scoprire chi si fosse realmente.
E questa non è una condizione definibile "umana".
Umana è solo la ricerca totale della propria
Essenza.
|
Un'Essenza speciale |