venerdì 6 aprile 2018

Evento


Sperando di non arrecare disturbo, alleghiamo la locandina di un incontro programmato per il 6 Maggio 2018. che vi preghiamo di estendere anche a persone che ritenete possano essere interessate. Si tratta di una conversazione con Sergio, seguita da una pratica.
Potrebbe essere un’occasione per incontrarci, e speriamo che lo sia davvero.



mercoledì 4 aprile 2018

Fenomenologia dell'espulsione

Quando la solita farfalla esce dal solito bozzolo che essa stessa ha costruito nella sua precedente fase evolutiva, il punto di vista della farfalla è di essere nata con un atto di liberazione; il punto di vista del bozzolo, che cade morto ai suoi piedi, è di averla espulsa.
L'espulsione è una legge eterna, che sta alla base della fisiologia di ogni nascita, o rinascita.
La madre espelle i propri figli per dar loro la libertà e l'autonomia, e lo fa con dolore; quindi non lo farebbe - forse - se non fosse obbligata dal fatto che il figlio è troppo grande per poterlo ancora contenere.
Così, ogni espulso è tale perché troppo grande per essere contenuto dal luogo che egli stesso ha contribuito a far vivere; luogo che, come il bozzolo, nell'espellerlo cessa la sua funzione e muore.
Gli espulsi sono i vivi. Quelli che si adoperano per far sopravvivere i bozzoli (di qualunque natura siano) ne traggano la conseguenza.


domenica 1 aprile 2018

Liberazione e Resurrezione

Abbiamo bisogno di una nuova visione, stereoscopica, circolare, totale. Dunque non più di una vista (che è funzione ottica di organi sensoriali), ma di una percezione contemporanea di Tutto: creato e increato, passato e presente. Una visione estatica, immediata ed eterna.
Abbiamo vissuto la nostra vita e quella dei nostri predecessori accontentandoci di vedere una cosa alla volta, e questo abbiamo insegnato ai nostri successori, consegnando loro gli occhi della vista, e non gli organi della visione; così abbiamo abituato noi stessi, e gli altri, a considerare non le cose, ma la differenza tra le cose che di volta in volta abbiamo viste, e abbiamo voluto osservare analiticamente, mentre eravamo ciechi alla complessità di tutte le altre, che vivevano intanto.
La compresenza di Tutto nel tempo e nello spazio non può essere colta da una sguardo, e da una mente e da un logos, analitici. Quindi dobbiamo poter accedere a una coscienza che emerge dal Tutto, come la schiuma da un mare scosso da onde; e come questo mare in movimento dovremmo poterci auto-percepire. Le cose sono i disegni composti dalle onde, e noi siamo fatti della stessa sostanza che le produce. Le cose esistono momentaneamente, ma non sono, perché non possiedono il dono della Permanenza, stato questo che è dell'Essere.
Abbiamo bisogno di non incagliarci nelle ristrettezze delle scelte alternative, perché noi non viviamo una cosa alla volta, ma tutte le cose insieme.
La liberazione è nella possibilità di guadagnare questa percezione di essere Tutto nel Tutto, e la resurrezione nel generare una Umanità che abbia questa unica coscienza come stato di coscienza perenne.
PHOLETERION

Questo è il compito di trasformazione di chi è Vivente. E poiché il Tutto non può contenere che tutti i tempi nella contemporaneità, non si può dire correttamente che è il compito di chi è Vivente oggi: è il compito eterno dei Viventi.

sabato 31 marzo 2018

Passare oltre

La Pasqua è, nella tradizione ebraica, festa di liberazione; in quella cristiana, festa di resurrezione.
Entrambi i concetti si riferiscono a una promessa fatta all'uomo di passare oltre (l'etimo della parola è aramaico, da pasah, che questo significa), nel senso di superare la condizione umana, prigione mortifera, per accedere ad una condizione non super-, ma ultra-umana.
Nella narrazione vulgata, per gli ebrei questo ha significato la conquista della Terra promessa, e per i cristiani la resurrezione fisica, organica, dalla morte.
Tra le due tradizioni esiste una differenza: quella ebraica recepisce drammaticamente la condizione di prigionia e la liberazione con l'attraversamento del Mar Rosso; mentre la cristiana prevede una morte che a sua volta allude a una vita precedente cessata e poi ripresa dopo una pausa, e la prima delle due vite consiste in una incarnazione cristica. Le due cose non sono identiche, e alludono a tempi (evolutivi) diversi. Che si sono compiuti (incarnati) ormai entrambi ed appartengono perciò alla natura dell'uomo contemporaneo, che egli lo sappia o no.
Sebbene, psicologicamente, ognuno possa rintracciare nella propria individuale esistenza elementi di liberazione e resurrezione, - e questo giustifica la ritualizzazione di questi episodi della coscienza e delle annuali pulizie di Pasqua (pulizie dell'anima quanto delle case che le contengono, ossia dei corpi) - esiste un processo che è dell'intera umanità, e non del singolo; e si può ragionevolmente ritenere che essa sia estremamente vicina alla possibilità di varcare la soglia per andare oltre; ma anche che a questo dovrà corrispondere una morte dalla quale risorgere.
Ora, ogni coscienza, in questo panorama, trovandosi sulla soglia da varcare, deve chiedersi (deve necessariamente farlo!) quale decisione prendere. E a questo compito nessuno potrà sottrarsi, proprio in nome della libertà che l'uomo ha conquistata.
pholeterion.it


lunedì 26 marzo 2018

I Racconti di Serse - e-book

Per chi lo desiderasse, è possibile scaricare l'e-book de "I Racconti di Serse" dal sito web Pholeterion.it.
Questo è il link: http://www.pholeterion.it/Libri.htm


Il significato della vita

Un aneddoto: un giorno passeggiavo. C'erano due giovani uomini che discutevano con intensità tra loro, Uno di loro, quando gli passai accanto mi fermò e mi chiese a bruciapelo, imbarazzando l'altro:
- "Scusa, tu sai qual è il significato della vita?"
- "Sì - risposi  - e se verrete domani in tal luogo alla tal ora, vi sarà rivelato."
L' altro, sorpreso, scambiò uno sguardo con l'amico e poi insieme, balbettando, mi dissero:
-"Ma domani a quell'ora noi non possiamo, lavoriamo..."
-"Ecco - dissi - perché gli uomini non sanno mai qual è il significato della loro vita: perché quando qualcuno vuole svelarglielo, hanno sempre qualcosa di più importante da fare."

giovedì 22 marzo 2018

Razzismo

Suggerisco di distinguere la razza di quegli uomini che dicono, e spesso, "Sì, l'ho fatto io, ma non è colpa mia!", da quella di coloro che dicono, e raramente: "Sì, l'ho fatto io, ma non è merito mio!".
Sono le due sole razze umane che non hanno pari dignità.