Abbiamo bisogno di una nuova visione, stereoscopica, circolare, totale. Dunque non più di una vista (che è funzione ottica di organi sensoriali), ma di una percezione contemporanea di Tutto: creato e increato, passato e presente. Una visione estatica, immediata ed eterna.
Abbiamo vissuto la nostra vita e quella dei nostri predecessori accontentandoci di vedere una
cosa alla volta, e questo abbiamo insegnato ai nostri successori, consegnando loro gli occhi della vista, e non gli organi della visione; così abbiamo abituato noi stessi, e gli altri, a considerare non le cose, ma la differenza tra le cose che di volta in volta abbiamo viste, e abbiamo voluto osservare analiticamente, mentre eravamo ciechi alla complessità di tutte le altre, che
vivevano intanto.
La compresenza di Tutto nel tempo e nello spazio non può essere colta da una sguardo, e da una mente e da un
logos, analitici. Quindi dobbiamo poter accedere a una coscienza che emerge dal Tutto, come la schiuma da un mare scosso da onde; e come questo mare in movimento dovremmo poterci auto-percepire. Le
cose sono i disegni composti dalle onde, e noi siamo fatti della stessa sostanza che le produce. Le cose
esistono momentaneamente, ma non
sono, perché non possiedono il dono della
Permanenza, stato questo che è dell'
Essere.
Abbiamo bisogno di non incagliarci nelle ristrettezze delle scelte alternative, perché noi non viviamo una
cosa alla volta, ma
tutte le cose insieme.
La
liberazione è nella possibilità di guadagnare questa percezione di essere Tutto nel Tutto, e la
resurrezione nel generare una Umanità che abbia questa unica coscienza come stato di coscienza perenne.
Questo è il compito di trasformazione di chi è Vivente. E poiché il Tutto non può contenere che
tutti i tempi nella contemporaneità, non si può dire correttamente che è il compito di chi è Vivente
oggi: è il compito eterno dei Viventi.