mercoledì 15 agosto 2018

Le idee di Porfirio

“La morte è di due tipi: la prima, più conosciuta, che avviene quando il corpo si scioglie dall'anima,
e la seconda, quella dei filosofi, che avviene quando l’anima si scioglie dal corpo; 
e la seconda non segue affatto la prima.”


Quando queste due cose, l'Anima (maschio) e il Corpo (femmina), dopo essere stati impastati insieme a costituire - secondo quanto ci è stato detto - la vita umana (solo quella umana), decidono di separarsi come una vecchia coppia di amanti in cui sia cessata l'attrazione erotica, occorre stabilire a chi sarà affidato il Figlio, che è la Coscienza, se l'unione è risultata feconda.
La separazione, o meglio la soluzione (scioglimento) che Porfirio attribuisce ai filosofi è quella in cui il Figlio è affidato al Padre, cosa che accade raramente. Come sempre più raramente le unioni risultano spontaneamente feconde.
Sarebbe comunque cosa buona che ciascuno, ogni volta che muore, si chieda con chi sta il Figlio... ad esempio, ogni anno, nel giorno del proprio compleanno si celebra la morte a un mondo e la nascita a un altro... ed è il momento giusto per porsi questa domanda.


venerdì 10 agosto 2018

Poltergeist

In una trasmissione televisiva di divulgazione scientifica, il cui intento era dimostrare come non c'è niente che la scienza non possa spiegare, o meglio che è vero solo ciò che la scienza dimostra, si faceva un curioso esperimento: si invitavano persone dotate di "capacità percettive extrasensoriali" in una casa che si dichiarava infestata da fantasmi. A loro insaputa era stato posto in quella casa un apparato capace di generare infrasuoni (ovvero suoni la cui frequenza è al di sotto della soglia di udibilità per l'orecchio umano).
I soggetti, sottoposti agli infrasuoni che non udivano (naturalmente!) dichiaravano tuttavia di percepire brividi, orripilazione e sensazione di vertigine, reazioni in base alle quali confermavano le presenze di fantasmi in quella casa.
A questo punto gli scienziati svelavano il trucco e i medium facevano una figura barbina.
Come - credo - anche gli scienziati, che, a loro stesso dire, avevano dimostrato che esistono moltissime frequenze che l'uomo non può percepire perché al di sotto (infra-) o al di sopra (ultra-) della soglia percettiva, anche con tutti i sensi rimanenti; esistono dunque suoni certo, ma anche visioni, odori e corpi (in senso lato) che non possiamo udire, odorare, vedere e toccare... cosicché  viviamo immersi in un mare di entità energetiche sconosciute. E che formano una Realtà ben più concreta e vasta di quella che chiamiamo, arrogantemente, tale.
E' vero però che, se era questo che si voleva dimostrare, nell'impercettibile non si nasconde alcunché di soprannaturale..., ma anzi è l'uomo a non essere ancora compiutamente realizzato nella propria natura. In verità appare come il Multiverso sia compiuto e perfetto, ancorché lungi dall'essere compreso nella sua integrità da chi pretende di esserne il dominatore e la forma più evoluta.
Certo l'esperimento dimostra come, al di là delle interpretazioni fallaci che la mente ne può dare, Vero è ciò che ognuno percepisce e da cui ognuno viene - di conseguenza - emozionato, anche se si tratta di qualcosa che - come accade nei sogni - non appartiene a una realtà visibile, toccabile, ascoltabile... Le allucinazioni (tali per gli osservatori esterni) sono, per chi le ha, verità, che producono reazioni fisiologiche e psicologiche estremamente veritiere nell'esperienza individuale... cosicché ognuno ha una propria realtà in cui si muove, della cui oggettività non può aversi certezza.
Esiste allora una Scienza Sacra (come la chiamano alcuni) che, a differenza delle scienze naturali, è deputata non a studiare il mondo sconosciuto all'uomo riconducendolo alla sua comprensione, ma a condurre l'uomo a realizzare infine la propria possibilità di percepire l'interezza della Realtà, attraverso l'ampliamento delle sue capacità connaturate ma inespresse, per semplice constatazione di Essa. Si tratta, come è chiaro, di una Scienza della Coscienza, perché - come questa Scienza dell'Uomo insegna - egli è interamente il Multiverso nel quale abita.

Pholeterion.it


giovedì 9 agosto 2018

Piccole cose

La vera amicizia si rivela nelle piccole cose. Nelle grandi, semplicemente, non c'è.

Onde sopravvivere

La vita organica è un'onda. Sono Viventi quelli che sanno cavalcarne la cresta come un surfista, in equilibrio, facendosene portare. Tutti gli altri ne sono sommersi, travolti, soffocati.

Pholeterion

mercoledì 8 agosto 2018

La parola del maestro

Il maestro ha sempre ragione... è vero, ma nessuno deve essere obbligato a dargliela. Essere nel torto è un diritto umano.

martedì 7 agosto 2018

Beati i depressi

La depressione è la percezione del vuoto che si trova al centro dell'essere umano per sua specifica costituzione. L'uomo è una perla che si cristallizza attorno a un granello di sabbia che è il suo vuoto.
Questo vuoto è simile a un sole attorno al quale si condensa un cosmo, o - se visto dalla parte opposta - a un buco nero all'interno del quale esso viene riassorbito; questo vuoto è lo stesso che vi è tra le due ampolle di una clessidra, attraverso il quale scorre la sabbia... attraverso il quale dunque il contenuto di ciò che è in alto scende in basso.
Il buco vuoto è colmato dalla sabbia che scorre finché scorre; non c'è vuoto fin tanto che ciò avviene. Quando l'ampolla di sopra è vuota, la sabbia non scorre più, e il vuoto si manifesta; ed è un sgomento doloroso, la paura dell'assenza. Allora è il tempo di rovesciare la clessidra, perché ogni granello riprenda a scorrere.
La depressione è il segnale che la propria vita deve essere ribaltata: non vi è depressione se la sostanza scorre e finché lo fa...
Questo essere un vuoto che si colma al passaggio, è la funzione di tramite che ha l'uomo, per sua natura... è la funzione umana "in genere", nella sua forma organica. La percezione del vuoto è dunque in sé la scoperta della propria ragione di vita, in senso assoluto.
La domanda che il depresso si fa: che vivo a fare? (che è la domanda più seria che uno possa farsi) trova la propria risposta all'interno di se stessa.
Ma una volta che si sia - per propria fortuna - sperimentato il vuoto, se si pensa che esso possa essere colmato da qualcosa che non cada dall'alto, ma risalga dal basso, ci si sbaglia; e ci si condanna all'insopportabile percezione della propria inutilità. E' solo allora che la depressione diventa una malattia.

domenica 5 agosto 2018

Lampi

Viviamo in questo mondo come ciechi dalla nascita. Conosciamo ogni angolo di esso e ci muoviamo come se ci vedessimo, con sicurezza e precisione.
Se un lampo di luce, improvvisamente, lo illumina, non ce ne accorgiamo, perché siamo ciechi; ma alcuni scoprono, proprio in quel momento, di non essere ciechi, ma solo di ignorare di avere una vista, dato che non avevano mai avuto occasione di verificarlo prima. E quelli allora si adoperano per trasformare un lampo in una illuminazione costante, cercando l'aiuto di quanti - come loro - ci vedono. Il mondo dei ciechi va per altre strade, risponde ad altre esigenze, e non ha né bisogno, né desiderio della luce.