martedì 6 settembre 2016

Centri benessere


Esistono molte opportunità, oggi, per trovare un sollievo alla psiche, o all’anima, affaticata dalle ansie, dalle paure e dalle dolorose tristezze che quella che chiamiamo in modo inappropriato “vita” ci procura. C’è ovunque un centro benessere, o una palestra, o una meditazione, o una chiesa nella quale rifugiarsi per trovare una pausa, un ristoro momentaneo, prima di tornare a quella che chiamiamo impropriamente "realtà”, e che consideriamo "dura".
Ma la vita, intesa in modo corretto, è una gestazione; e la gestazione non è per il feto una “dura realtà” dalla quale prendersi una pausa ogni tanto. Per il feto in gestazione, ogni attimo è un accrescimento, è un’acquisizione di nuovi elementi vitali, di nuove funzioni, di nuove potenze. E non vi possono essere pause di riposo. È un meraviglioso lavoro senza riposo, e una gioia persino a volte dolorosa, quando un passaggio evolutivo produce un fastidio … così è – ad esempio – quando un bimbo mette i denti. E alla fine, il passaggio periglioso, stressante, per il canale del parto, che conduce alla luce. La vita vera, è una gestazione che conduce a una nascita.
Esistono poche opportunità, oggi, per trovare un luogo (reale e virtuale) in cui poter vivere la propria vita per quello che è, ossia una gestazione. E so che quei pochi che le trovano, spesso si lamentano perché cercavano un centro benessere…, ma chi è stanco di essere vissuto dalla vita, e vuole finalmente viverla, diffida delle consolazioni momentanee, e accetta con gioia questa opportunità, se mai gli si manifesta.
 
Il bello della vita


lunedì 5 settembre 2016

Ho dovuto constatare...


«Ho dovuto constatare di persona che oggi, a voler istruire gli ignoranti e gli incolti
ci si attira solo ostilità.
Ho visto brillare in tutto il suo fulgore il fuoco infernale della stupidità e dell'aberrazione [...].

Mi sono urtato all'incomprensione di genti cieche alle luci e ai segreti della saggezza [...],
genti i cui sguardi non hanno mai oltrepassato i limiti delle evidenze materiali,
e le cui riflessioni non si sono mai innalzate al di sopra degli abitacoli delle tenebre e della loro polvere [...].

Questo soffocamento dell'intelligenza, questo congelamento delle qualità naturali,
questa ostilità della nostra epoca alla conoscenza, alla gnosi, alla spiritualità,
al bene nostro e di tutti
m'hanno consigliato infine di nascondermi a loro,
e di coltivare la saggezza e la via mistica nei ritiri nascosti e sublimi che solo i saggi conoscono.»

Sadr al Din Shirazi (1571-1627)

Forse è terminato, dopo 500 anni, il tempo del "nascondersi nei ritiri nascosti".
Forse i saggi, oggi, devono faticosamente come in un parto, venire alla Luce.

Anche di questo parleremo, molto presto, qui.

Sadr al Din Shirazi, filosofo persiano


venerdì 2 settembre 2016

La paura fa paura

La paura degli altri fa paura, perché è capace di produrre reazioni incontrollate.
E' noto quanto, poi, il panico si propaghi facilmente, come un'onda sismica.
Se fossi un complottista direi che a generare i terremoti non sono forse gli esperimenti atomici sotterranei, quando le onde di paura generalizzata delle persone: la paura è distruttiva, e chi ne ha tanta da essere preda del panico, coltiva inevitabilmente rabbia e distruttività; la sua potenza è pari a quella di un terremoto, e causa tanti morti, più di un terremoto. Ogni minuto in ogni parte del mondo.
Salam, Shalom, la Pace del cuore, a chi lo ha tremante.
Anche di questo parleremo qui.



venerdì 26 agosto 2016

Crolli e ricostruzioni

In questi giorni è stato ripetutamente detto che non sono i terremoti ad uccidere, ma il crollo delle case sotto l'urto dei terremoti.
Usando questa affermazione come metafora, potremmo dire che non sono le catastrofi (ricordo che "katastrophé" significa "rovesciamento") ad uccidere, ma il crollo dei gusci protettivi, delle difese, che avevamo costruito per difendercene.
Di fatto, in questo momento della storia dell'umanità, ciò che uccide e rende folli è appunto il crollo delle difese psichiche, che abbiamo artatamente costruite, per difenderci dal cambiamento.
Qual è la risposta che le istituzioni danno al terremoto? Rafforziamo le difese!
Qual è quella che potremmo adottare? Diventiamo noi terremoti! Determiniamo il cambiamento!
Di questo parleremo presto qui.

Ricostruzione. Del Pantheon.


Miniere

I cercatori delle profondità sono di due tipi: chi, individuata una miniera d'oro, continua a scavare sempre più in profondità per trarne ogni pagliuzza, certo di trovare, perseverando, la vena principale; e chi, fatta una buca senza trovare niente, ne fa un'altra un po' più in là, e poi un'altra, e poi un'altra ancora.
I primi sono di fatto i cercatori delle altezze, perché chi scava verso il Centro della Terra, finirà per attraversarla e si ritroverà dall'altra parte.
I secondi sono quelli cui è suggerito dai maestri: "scava la buca, riempi la buca..."

Buchi nel deserto


Paura del terremoto

Ieri, una psicologa della Croce Rossa accorsa sui luoghi del recentissimo terremoto del Centro Italia, ha dichiarato attraverso la televisione che la paura è una "risposta adattiva" e che essa, nei colpiti dall'evento, dipende principalmente dalla perdita del controllo davanti a un evento di simile portata; ha aggiunto che è nella natura umana voler avere ogni cosa sotto il proprio controllo.
Sappiate che non è vero: la paura è una risposta neurofisiologica di allarme a un pericolo reale, ed è - nell'individuo sano - qualcosa di repentino, subitaneo e di durata assai limitata: la risposta adattiva richiede invece un lungo periodo di tempo durante il quale tale risposta permane ed è la guida all'adattamento!
Il "controllo" poi è connaturato all'uomo che ha paura SEMPRE, a chi cioè tenta di adattarsi ad una realtà che vive come pericolosa e nemica costantemente, e che vive ogni perdita di controllo come mortifera: cioè, di fatto, a un paranoico!
La psicologa ha espresso la verità di quanto vado dicendo: la paranoia è considerata ormai un comportamento sano e normale.
L'uomo sano non ha paura, si adatta senza sforzo agli eventi perché pulsa con la loro natura. La forza che tiene in vita un uomo, o un filo d'erba, che fa battere un cuore (la paura e l'amore producono entrambi questo effetto) è la stessa forza che si esprime con un terremoto: perché averne paura? capire questo significa schierarsi dalla parte della potenza, non da quella di chi ne è vittima.
Di questo parleremo presto qui.

sabato 20 agosto 2016

Chi chiede aiuto...

Chi chiede aiuto, ad alta o a bassa voce, o così profondamente nel cuore che neppure lui se ne avvede, in realtà invoca la paura, le si inginocchia davanti e la prega.[1]



[1] Gustav Meyrink