domenica 2 settembre 2018

Il crollo dei ponti

Vostro Padre e vostra Madre si sono separati, dopo un matrimonio durato millenni.
Come capita spesso, vostra Madre è rimasta nella casa di famiglia, e vostro Padre si è allontanato, andando a vivere lontano, in un mondo nuovo, dove ha iniziato a crearsi una nuova Vita.
Vi è stata data la possibilità di scegliere tra vivere con vostra Madre o con vostro Padre, ma quando è accaduto eravate piccoli, e avete preferito restare con la mamma; anche papà ha ritenuto fosse meglio così, all'epoca.
Ora siete cresciuti. Avete, durante tutto questo tempo, incontrato vostro Padre nei fine settimana, o qualche volta - più a lungo - durante qualche vacanza. Non lo conoscete molto, e non avete con Lui la confidenza tenera che vi lega a vostra Madre. Ora però potete scegliere dove vivere, e dovete lasciare la casa materna per farlo da soli, in autonomia.
Alcuni di voi fratelli hanno preso ad andare a trovare vostro Padre più spesso, e hanno valutato l'idea di andare a vivere nella sua zona, più a Nord; altri non hanno voluto lasciare sola vostra Madre neanche per un attimo, ritenendo che sia Lei ora ad aver bisogno di cure.
Siete molti, voi fratelli, ma siete tutti gemelli, e il vostro compleanno cade per tutti nello stesso giorno. Quel giorno, sia vostra Madre che vostro Padre reclamano la vostra presenza presso di loro per festeggiarvi, e sta a voi decidere da chi andare... così alcuni fratelli vanno dalla Madre, altri dal Padre.
C'è un ponte che unisce le due lontane città in cui vivono i vostri genitori, e questo ponte è improvvisamente crollato mentre stavate festeggiando; e così finché non sarà ricostruito - se mai lo sarà - ogni gruppo di fratelli resterà isolato dagli altri e dall'altro genitore.
Siete in questa situazione, ed è bene che vi chiediate da quale sponda del ponte vi troviate e presso quale dei due genitori d'ora in poi vivrete.
Non è stato il caso a deciderlo, ma voi stessi, quando avete deciso con chi avreste passato il giorno del vostro compleanno.
Ogni volta che attraversate un ponte, ricordatevi che potrebbe crollare prima che possiate tornare indietro.

domenica 26 agosto 2018

Il mestiere della lampadina

Una certa lampadina che viveva piantata in un giardino, accendendosi automaticamente al crepuscolo, brontolava rivolta alla lampadina vicina, che era rimasta spenta:
- "Quando si fa il mestiere della lampadina, e si hanno solo i turni di notte, ci si abitua a vedere avvicinarsi solo le farfalle. Poiché sono gli unici esseri viventi a sentirsi attratti, si vuol loro molto bene; ma le farfalle imparano presto che, ad avvicinarsi troppo si rischia di rimanere bruciate. E così si mantengono a distanza di sicurezza, attratte e insieme respinte. Il mestiere della lampadina è un bel mestiere, sì... ma anche molto solitario..."
L'altra non rispose: forse era di quelle che si accendono solo a comando, o forse, più probabilmente, era fulminata.


mercoledì 22 agosto 2018

Padroni di casa

Se uno è padrone di una casa, la tiene in ordine e pulita, perché gli sia di conforto.
Ma se uno pulisce case, non ne diventa solo per questo il padrone.
Così, se uno è padrone della propria vita, la tiene in ordine e pulita; ma occuparsi soltanto di vivere bene non ha mai reso nessuno padrone della propria vita.

domenica 19 agosto 2018

Allergia a se stessi

L'allergia è l'incapacità del Sistema Immunitario di stabilire con certezza cosa sia "me" e cosa sia "altro da me", e quindi possa risultare potenzialmente pericoloso.
E' dunque uno stato confusionale su quello che si è, su quello che ognuno può chiamare con certezza "Io".
In questa confusione il S.I. attacca agenti niente affatto pericolosi (persino spesso benefici) come se fossero nemici mortali, oppure scambia parte di sé con agenti nemici esterni, e finisce quindi per aggredire se stesso, fino a distruggersi.
In questo senso non è errato dire che l'individuo risulta allergico a se stesso, non si sopporta, si vive come un nemico interno, e d'altra parte si identifica col proprio aguzzino.
In questa confusione, l'odio verso il diverso (di tutti i tipi) non è che la manifestazione esteriore dell'odio che si ha verso se stessi associata all'incapacità di definirsi come essere individuato e dai margini netti. E' la disperazione di non sapere "cosa" si sia, e di non avere nessuno di cui fidarsi e a cui chiederlo.
Non vi è terrore più grande che quello di temere che il proprio assassino viva nella propria stessa casa... e che si chiami Io. Ed è un terrore che non consente di ammettere questa verità terribile in un colloquio interiore, perché l'interlocutore è proprio questo Io... che è anche l'oscura presenza alla quale ci si riferisce quando si dice: "c'è qualcosa più forte di me che mi obbliga (o mi impedisce) di fare qualcosa".
Ora, quanti oggi non soffrono di allergia o almeno di intolleranza? Ovvero, quanti oggi riescono ancora a tollerarsi abbastanza da non temersi e da non aver voglia di fuggire da loro stessi? Quanti possono fidarsi di se stessi abbastanza da chiedersi chi sono e sentirsi dare un risposta?

Pholeterion

sabato 18 agosto 2018

Amicizia

Molti chiamano "amicizia" la disponibilità reciproca ad ascoltare, pensando ai fatti propri, mentre l'altro parla a se stesso di se stesso.

venerdì 17 agosto 2018

Locazioni

Si può venire al mondo come si entra in una casa nuova, e passare tutto il tempo in cui vi si rimane ad averne cura, e ad occuparsi della manutenzione ordinaria, mentre la si usa.
E si può farlo entrando come in un monolocale e passare tutto il tempo ad ampliarlo fino a farlo diventare una cattedrale gotica, perché alla fine vi entrino molti altri.
Sono due atteggiamenti, che distinguono (essi solo!) due razze di uomini.

mercoledì 15 agosto 2018

Le idee di Porfirio

“La morte è di due tipi: la prima, più conosciuta, che avviene quando il corpo si scioglie dall'anima,
e la seconda, quella dei filosofi, che avviene quando l’anima si scioglie dal corpo; 
e la seconda non segue affatto la prima.”


Quando queste due cose, l'Anima (maschio) e il Corpo (femmina), dopo essere stati impastati insieme a costituire - secondo quanto ci è stato detto - la vita umana (solo quella umana), decidono di separarsi come una vecchia coppia di amanti in cui sia cessata l'attrazione erotica, occorre stabilire a chi sarà affidato il Figlio, che è la Coscienza, se l'unione è risultata feconda.
La separazione, o meglio la soluzione (scioglimento) che Porfirio attribuisce ai filosofi è quella in cui il Figlio è affidato al Padre, cosa che accade raramente. Come sempre più raramente le unioni risultano spontaneamente feconde.
Sarebbe comunque cosa buona che ciascuno, ogni volta che muore, si chieda con chi sta il Figlio... ad esempio, ogni anno, nel giorno del proprio compleanno si celebra la morte a un mondo e la nascita a un altro... ed è il momento giusto per porsi questa domanda.