sabato 22 aprile 2017

Immondizia

Nello Sri Lanka, il 15 aprile scorso, una montagna di rifiuti alta 91 metri si è abbattuta su una baraccopoli uccidendo 19 persone.
Il 21 aprile un documentario Rai sulla spazzatura ha illustrato come sia ormai chiara al mondo scientifico l'insostenibilità della produzione di rifiuti, che potrà, a seconda delle interpretazioni dar luogo, entro un centinaio d'anni o due, all'estinzione della razza umana, sepolta, come nello Sri Lanka, dalla propria immondizia. Uno degli scenari possibili è questa estinzione tout court, l'altra è che, come avvenne nel lontano passato della storia del nostro Pianeta, l'inquinamento produca rivoluzioni nel metabolismo stesso della natura. Avvenne che nacque l'ossigeno, uccidendo le primitive forme di vita che non lo tolleravano e che erano nate nella sua assenza, ma ciò produsse la nascita delle specie attuali tra cui l'uomo. Quindi, alcuni scienziati, quelli ottimisti, ritengono che i batteri, capaci di adattarsi rapidamente, alla estinzione dell'umanità, possano generare altre forme di vita più alte ed evolute a partire dalla precedente rovina.
Naturalmente, tra le righe, il documentario trova il modo di far notare come il consumismo (e con esso ogni forma economica e politica che ne deriva o che lo sorregge) si estinguerà avendo portato a morte i consumatori. Chi vive nelle vicinanza delle discariche (una in Ghana in particolare) ha una speranza di vita non superiore ai trent'anni, e i 13nni sono già così avvelenati da aver già prodotto danni organici irreversibili, anche al cervello.
Questo è lo stato dell'umanità che "fa la differenziata", e anche finta di niente.
Ma al di là della cronaca, occorre sempre estrapolare il significato metaforico degli avvenimenti, ovvero il riverbero che essi hanno sulle coscienze individuali: ho dovuto ricevere gli aspri rimbrotti di due coniugi anziani perché avevo tentato di gettare un pezzo di carta nel "loro cassonetto"; e l'affermazione drastica di una vicina che sostiene di avere il diritto di tenere l'immondizia fuor di casa sua mettendola davanti alla mia porta. Nel primo caso si nota un'affezione all'immondizia che, alla fine, si manifesta come l'unica cosa che si ha e quindi l'unica cosa da difendere; nella seconda il tentativo di gettare l'immondizia che si produce (l'uomo è un sistema dissipativo) addosso agli altri nell'illusione pacchiana di essersene liberati.
Cose queste, entrambe, che si mostrano evidenti anche sul piano morale e caratterizzano le relazioni sociali di questa fase terminale dell'umanità. Relazioni ferine, dato che l'umanità (intesa come sentimento di solidarietà umana e di mutuo sostegno) è un ricordo. Se all'Umanità (razza umana) si sottrae l'umanità (solidarietà) si ottiene un prodotto simile al caffè decaffeinato: una cosa che non è più ciò che era, ma che si vende come se lo fosse, e a prezzo maggiorato.

Panorama della Sri Lanka

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